Luglio 27, 2024

Il Time Cloacking e gli UFO è il frutto di una ricerca scientifica, una teoria ed un vecchio articolo di Gabriele Lombardo. Il 20 luglio 2013 scrivevo questo articolo di ufologia sul fenomeno del Time Cloacking per un network romano. oggi ve lo ripropongo perchè non soltanto sempre attuale, ma decisamente interessante e probabile.

Il Time Cloacking e gli UFO

Una mia cara amica mi ha mandato un articolo in inglese che è risultato davvero interessante, sia per l’argomento trattato, sia perché la sua lettura mi ha portato ad alcune intuizioni per quanto concerne il campo ufologico. Prima però di approfondire tale tematica è corretto che riassuma e spieghi l’articolo che mi ha dato questo input.

Sembra che alcuni scienziati nel campo dell’informatica e delle tecnologie per la comunicazione di dati (tra cui un certo Professor Weiner), abbiano fatto una scoperta significativa che potrebbe cambiare le sorti dell’umanità, e farle fare un balzo in avanti in molti campi scientifici e tecnologici al momento bloccati. La tecnologia dalla quale si parte per tale sviluppo viene chiamata “Time Cloacking”. Essa servirebbe all’occultamento ed all’invisibilità di un oggetto, un individuo o un dato di trasmissione per un tot. di tempo limitato. Per fare ciò, si deve ricorrere ad un espediente che possa in qualche modo camuffare o modificare lo spettro visivo di un oggetto, alterando il tempo del trasferimento dei dati che compongono la sua immagine finale.

Cerchiamo di comprendere meglio cosa è il Time Cloacking

Il discorso è complesso e confuso. Vediamo di capirci qualcosa in più, stiamo infatti parlando di un mantello dell’invisibilità a tempo. Per condurre gli esperimenti a tal riguardo, sono stati utilizzati dei Modulatori di Luce, che servono a deflettere-deviare i fasci luminosi. Questa operazione ha permesso al mantello dell’invisibilità di durare alcuni millesimi di secondo.

Tale precisa durata mi ha fatto ripensare ad un film visto di recente: “Source code” in cui sono proprio 8 i minuti di tempo massimo in cui il protagonista dell’esperimento può andare indietro nel tempo a percorrere un tratto di vita di un altro individuo (gli ultimi della vita del soggetto selezionato). Questo del film è il risultato imprevisto di un esperimento segreto militare di altro genere non ben identificato, ma legato proprio al tempo e l’immagine.

Un’altra possibile curiosità nel film, è che la macchina a cui si collega il Comandante Colter Stevens (protagonista del racconto) si traduce come “Codice Sorgente”. Questo termine, che indica la matrice originaria di una comunicazione e simile a quella descritta nell’articolo, dove si parla di esperimenti proprio sulla trasmissione dati (anche se in altri termini e con diversi risultati).

Time Cloacking e gli UFO
Gli scienziati sono stati in grado di nascondere i dati inviati tramite trasmissione ottica.

Conclusione dell’esperimento di Time Cloacking

La conclusione di questo esperimento è che la deflezione della luce, potrebbe nascondere per un lasso di tempo limitato qualsiasi cosa, che viaggia alla velocità delle telecomunicazioni. Ma nell’articolo non si specifica la questione con la precisione necessaria a comprendere fino in fondo di cosa stiamo parlando (se non in un esempio dell’uso di videosorveglianza e della sua elusione che vedremo più avanti).

Gli scienziati dicono di aver raggiunto al momento una deflezione della luce pari al 46% dei dati trasmessi, ovvero ad un’invisibilità inferiore al 50%. I dati viaggiano ad una velocità di 12,7 gigabit al secondo, in pratica una persona può essere camuffata da un dispositivo che gli consente un’invisibilità del 46% per pochi millesimi di secondo.

Troppo lento e scarso per essere utilizzabile in modo efficiente, la scoperta a livello pratico e non solo teorico, potrebbe al momento essere utilizzata solo per fini di comunicazione-telecomunicazione, ma per quest’applicazione dobbiamo raggiungere la soglia minima del secondo di invisibilità altrimenti non avrebbe alcun senso usarla.

Possibili applicazioni

Vediamo secondo l’articolo quali sarebbero le possibili applicazioni ed i possibili rischi:

“Tempo cloaking è una tecnologia capace di manipolare le radiazioni elettromagnetiche nel tempo e nello spazio, in questo modo una serie di eventi (o avvenimenti) sono nascosti alle persone che stanno osservando da lontano.

In teoria (per es.) un ladro potrebbe utilizzare queste tecniche di occultamento di spazio-tempo per entrare in un edificio, rubare denaro o oggetti di valore e uscire prima che la sua immagine sia registrata dalle telecamere di sicurezza.

Il concetto scientifico viene dallo studio e l’uso dei meta-materiali in cui la luce può essere obbligata a comportarsi in modi in cui in natura non si comporterebbe.

Ora la ricerca ha dimostrato che tutto ciò è possibile, gli scienziati sono alla ricerca di modi per espandere la quantità di tempo che può essere avvolta da questa sorta di mantello temporale.

Il tempo di occultamento consentirebbe il trasporto dati più sicuro possibile, in quanto separa i segnali ottici – consentendo loro di viaggiare a velocità diverse, prima di essere rimontati. Questo rende più difficile l’intercettazione dei dati che vengono trasmessi.

Una lente di tempo occultante può anche permettere di inserire informazioni in un flusso continuo di dati senza interrompere il flusso stesso.

Ad esempio, una persona che sta usando il video streaming sul proprio i-Pad, potrebbe potenzialmente utilizzare la tecnologia di occultamento di tempo per creare un gap che permetterebbe di scaricare un altro file senza interrompere il video in visione.

Gli scienziati stimano che per avere un vuoto temporale di 8 minuti, ci vorrebbe un dispositivo che produce energia, grande quanto il nostro sistema solare. Quindi lo ritengono almeno per il momento impossibile.

La preoccupazione principale sarebbe invece per eventuali terroristi che entrassero in possesso di questa tecnologia, e la utilizzassero come occultamento di tempo per rubare e registrare informazioni sensibili senza essere scoperti.”.

Riassumiamo un momento

In buona sostanza allo stato attuale abbiamo un dispositivo che per frazioni millesimali di secondo, consente ad un flusso di dati di sparire e diventare invisibile. Se l’applicazione di esso però portasse a nuovi sviluppi, che riuscissero ad allungare i tempi di efficacia, quest’apparecchiatura consentirebbe di fare cose ben più complesse. Facciamo un esempio: rendere invisibile un oggetto o una persona. Per il momento, il massimo danno che un criminale, terrorista, ladro, ecc., potrebbe fare, è quello di rubare dati senza che la fonte se ne accorga.

Adesso applichiamo il tutto ad una possibile tecnologia aliena usata dagli UFO. In uno scorso articolo esponevo una mia tesi sul fatto che gli UFO sono visibili a volte solo ad alcuni individui, invece ad altri (magari vicini ai primi) no; oppure al perché spostandoci di poco dal punto di vista da cui li osserviamo, a volte essi spariscono o non vengono filmati e fotografati.

Nello stesso articolo tirai in ballo una interessantissima intuizione espressa in una puntata del telefilm Fringe, e di un esperimento correlato. Oggi invece espongo un’altra teoria che riguarda sia il loro mezzo di comunicazione non intercettabile dai nostri, sia del possibile sistema di occultamento, che li renderebbe invisibili o parzialmente tali per un certo lasso di tempo. Vediamolo insieme.

Elaboriamo una teoria traslando la tecnologia su un UFO

Un disco volante metallico con equipaggio extraterrestre ed un motore ad energia a noi sconosciuta (come per esempio antigravità, antimateria, fotoni, ecc.), possiederebbe con molta probabilità energia sufficiente a generare campi di forza e quant’altro, ancora per noi impossibili. Se a questo aggiungiamo il fatto che è probabile (anche se non certo), che avendo una tecnologia di propulsione e di scafo così sofisticate, anche l’ingegneria di bordo come quella per le comunicazioni, la navigazione, il trasferimento dati, l’uso di energia per altri scopi, dovrebbero essere molto evolute.

Dobbiamo quindi presupporre, che questo velivolo alieno e le sue telecomunicazioni potrebbero essere tanto sofisticate e capaci da rendersi invisibili per un determinato lasso di tempo, sia mentre essi stazionano in un luogo, sia quando sono in movimento.

Potenzialmente, potrebbero sempre essere lì fuori nei nostri cieli e sopra le nostre teste, e noi invece li vediamo solo in alcune condizioni e per frazioni di tempo. D’altra parte non avremmo come intercettare le loro comunicazioni se esse avessero la capacità di infiltrarsi persino dentro le nostre, proprio con una tecnologia simile o identica a questa di cui abbiamo fin ora parlato, rimanendo totalmente invisibili e camuffate.

Il time cloacking e meta materiali

Durante gli studi sopra citati per la tecnologia Time Cloacking, si è parlato di meta-materiali e della loro capacità. Quest’ultima consente ad un’azione comandata di deflettere la luce e quindi occultare la propria immagine. Questo fattore, sostanzialmente spiega molte cose, in effetti dobbiamo presupporre, che se la nostra civiltà ha inventato i meta-materiali, anche una civiltà più progredita dovrebbe conoscerli. Se così fosse, sostanzialmente sapremmo come essi si rendono invisibili, ed il perché a volte appaiono e scompaiono inspiegabilmente come se si smaterializzassero.

I Metamateriali.

Ma vediamo insieme cosa sono i meta-materiali. Immaginiamo un materiale artificialmente creato in laboratorio, la cui geometria micro-macroscopica ne determina la struttura, la forma e le proprietà elettromagnetiche al contrario della norma in cui è la chimica della composizione molecolare a determinare le proprietà e le caratteristiche di un materiale o elemento naturale. Giusto per correttezza riporto la citazione che spiega cosa è un meta-materiale direttamente da Rodger M. Walser, che è colui che per primo coniò il termine:

”Compositi macroscopici aventi una architettura tridimensionale cellulare periodica e sintetica progettata per produrre una combinazione ottimizzata, non disponibile in natura, di due o più risposte a una specifica sollecitazione.”.

[Note: vedi anche il video su Metamateriali e Nitinol da un dossier declassificato della CIA, qui a seguire].

YouTube player

Quindi in teoria un UFO la cui superficie sia composta da meta-materiali, potrebbe apparire e sparire con una certa facilità. Oppure apparire perfettamente mimetizzato con l’ambiente, anche a prescindere dalla durata del tempo. Sembra fantascienza? Invece non lo è affatto. Il Bird of Prey (quello reale, non quello dei Romulani di Star Trek, che stranamente è anch’esso un velivolo capace di un occultamento totale) è un aereo stealth americano. Prima, la Mcdonnel Douglas e poi la Boeing sperimentano da forse 20 anni prototipi. Probabilmente la sua tecnologia è molto più avanzata di quanto pensiamo.

[Note: Sembra che il progetto sia stato abbandonato un paio di anni dopo che scrissi l’articolo, ma ci credo poco.]

Un velivolo invisibile

Il Bird of Prey, potenzialmente, se visto da occhi inesperti è a tutti gli effetti un UFO. Non lo assoceremmo ad alcun velivolo convenzionale (anche solo per la sua insolita forma). Oltre però a forma e tecnologia stealth per il camuffamento radar assorbente, esso possiede una incredibile caratteristica, il suo scafo è interamente ricoperto da meta-materiali ottici. Quest’ultimi fungono contemporaneamente da telecamere e da riflettori. Se osservassimo l’aereo dal basso, la sua superficie inferiore si mimetizzerebbe perfettamente con la superficie paesaggistica in tempo reale o quasi, con quello che i meta-materiali della parte superiore riproducono e viceversa.

Quale sarebbe in sostanza il risultato? Semplice: da qualsiasi parte si guardi il velivolo, apparirebbe esattamente come ciò che vi sta dietro. Non lascerebbe in teoria alcuna possibilità di distinguerlo da ciò che gli sta intorno. Ovvio però che questa tecnologia non è ancora perfetta e che una qualsiasi propulsione, che emana calore distorce l’immagine intorno, oppure crea una cortina vaporosa, che da una certa distanza permette di individuare l’oggetto, così come succede esattamente con molti UFO.

Per dovere di cronaca. Questo tipo di materiale viene mostrato al pubblico di Hollywood nel film Super 8, che potrebbe, mostrare al suo interno, piccole informazioni reali.

Locandina del film Super 8.

Articolo (per esteso) dal MIT che spiega gli esperimenti successivi a questo articolo

“I mantelli dell’invisibilità sono il risultato della nuova capacità dei fisici di distorcere i campi elettromagnetici in modi estremi. L’idea è dirigere la luce attorno a un volume di spazio in modo che qualsiasi cosa all’interno di questa regione sia essenzialmente invisibile.

MIT Tecnology

L’effetto ha suscitato un enorme interesse. I primi mantelli dell’invisibilità funzionavano solo alle frequenze delle microonde, ma in pochi anni i fisici hanno trovato il modo di creare mantelli che funzionano per la luce visibile, per il suono e per le onde dell’oceano. Hanno persino progettato mantelli dell’illusione che possono far sembrare un oggetto simile a un altro .

Oggi, Moti Fridman e compagni, alla Cornell University di Ithaca, fanno un passo avanti. Questi ragazzi hanno progettato e costruito un mantello che nasconde gli eventi nel tempo.

L’occultamento del tempo è possibile a causa di una sorta di dualità tra spazio e tempo nella teoria elettromagnetica. In particolare, la diffrazione di un raggio di luce nello spazio è matematicamente equivalente alla propagazione temporale della luce attraverso un mezzo dispersivo. In altre parole, diffrazione e dispersione sono simmetriche nello spaziotempo.

Questo porta immediatamente a un’idea interessante. Proprio come è facile realizzare un obiettivo che focalizzi la luce nello spazio usando la diffrazione, così è possibile utilizzare la dispersione per realizzare un obiettivo che focalizzi nel tempo.

Tale lente temporale può essere realizzata utilizzando un modulatore elettro-ottico, ad esempio, e ha una varietà di proprietà familiari. “Questa lente temporale può, ad esempio, ingrandire o comprimere nel tempo”, affermano Fridman e co.

MIT Tecnology

Questo ingrandimento e compressione nel tempo è importante.

Il trucco per costruire un mantello temporale è posizionare due lenti temporali in serie e quindi inviare un raggio di luce attraverso di esse. La prima comprime la luce nel tempo mentre la seconda la decomprime nuovamente.

Ma questo lascia un vuoto. Per un breve periodo, c’è una sorta di buco nel tempo in cui ogni evento non viene registrato.

Quindi, ad un osservatore, la luce che esce dalla seconda lente temporale appare non distorta, come se nessun evento si fosse verificato.

In effetti, lo spazio tra le due lenti è una sorta di mantello spazio-temporale che cancella i cambiamenti che si verificano in brevi periodi di tempo.

Il dispositivo ha alcune limitazioni. Il mantello temporale di Cornell dura solo 110 nanosecondi, non è molto. E Fridman e compagni dicono che il massimo che può ottenere sarà di 120 microsecondi.

Ma sono ancora i primi giorni. Dato il rapido sviluppo dei mantelli spaziali, sarebbe un uomo coraggioso che scommetterebbe che questa fosse l’ultima parola.

Fridman e i suoi amici si sono chiaramente resi un giocattolo interessante, ma si astengono modestamente dal speculare sulle applicazioni per il loro mantello del tempo.”.

MIT Tecnology

L’articolo originale del MIT Tecnology.

Conclusione

Allora, forse abbiamo una risposta sul perché questi oggetti non identificati si comportano in un certo modo? Dovremmo forse dire che possiamo cominciare a spiegare quello, che a noi sembra il loro strano comportamento. Comportamento che in realtà non è poi così strano, ma è solo il frutto degli inconvenienti di una tecnologia non perfetta?

Se i meta-materiali non bastassero però a giustificare il loro comportamento, possiamo presupporre, che sia complice proprio una sorta di Time Cloacking o un apparato del genere. Questo comunque verrebbe sicuramente utilizzato per le comunicazioni criptate, nascoste ed addirittura invisibili. E se queste tecnologie in sperimentazione non fossero nostre, ma il frutto di retroingegnerizzazione proprio di velivoli alieni? Cambierebbe qualcosa o nulla? Non di certo il risultato.

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