Karol Olesiak racconta l’evento UAP della portaerei USS Ronald Reagan
Karol Olesiak era imbarcato sulla portaerei USS Ronald Reagan insieme ad altri uomini con ruoli diversi. Egli ha effettuato un importante ed eclatante avvistamento UFO, di cui racconta l’episodio citando nomi, cognomi e luoghi senza problemi.
L’articolo originale a cui si è ispirato quello pubblico, di cui parlo in questo mio articolo è a pagamento, quindi non lo linkerò. L’articolo a cui mi ispiro è in inglese e di dominio pubblico e ve lo linkero a fine articolo. Inoltre esiste anche un video originale in sola lingua inglese molto interessante ed esplicativo, che vi inserirò a fine pagina. Trovate invece il mio video in italiano al centro dello scritto. Riporterò a seguire anche un alro video di unaltro di questi episodi poco conosciuti.
Introduzione all’evento
Il 26 ottobre 2021 esce una articolo in lingua inglese sul sito “Soldiers for the Cause”, che sembra essere fondato da militari USA. Essi hanno deciso di raccontare i loro episodi durante la vita militare. Naturalmente nella maggior parte dei casi si tratta di fatti non secretati, ma a volte si parla anche di quelli ed ovviamente ci si mantiene sul generico per non incorrere a problemi legali o penali con il Dipartimento della Difesa USA. Qualche volta però trapelano piccole informazioni, come in questo caso.
Alcuni membri del personale della portaerei USA USS Ronald Reagan CVN 76, una delle ultime unità militari avanzate della US NAVY decidono di vuotare il sacco. Chi scrive l’articolo sostiene di essere stato presente nei cantieri navali che hanno costruito la nave e parla anche di fatti strani come la smagnetizzazione dello scafo. Si tratta di una cosa che le unità militari USA subirebbero prima dei vari, per evitare problemi nel Triangolo delle Bermuda e che è in atto da quando sarebbe stato effettuato il Philadelphia experiment.
Nell’articolo ci parla anche di lavoro di debunking da parte di Jacque Vallée, astronomo e teorico francese. Quest’ultimo è meglio conosciuto come ufologo professionista francese che viene spesso citato per le sue teorie parafisiche. Nel 2003-2004 insieme ad altri, stava evitando gli uragani intorno al Triangolo delle Bermuda quando l’intera parte superiore della portaerei ha avuto un incontro con un fenomeno aereo non identificato UAP (UFO). La parte superiore sarebbe il ponte di volo, dove si trovano anche la torre di comando e gli ascensori.
Karol Olesiak è il testimone principale dell’evento
Chi scrive “Karol Olesiak” sostiene di essere stato scoraggiato a scrivere il testo per non essere ridicolizzato, ma alla fine ha deciso di raccontare l’episodio. Egli specifica con una premessa, che il Governo degli Stati uniti, non sta facendo alcuna rivelazione mentre sostiene di farlo. Il materiale significativo sul fenomeno degli UAP viene tenuto nascosto e vengono mostrati soltanto materiali di qualità scadente e dubbia.
Poi aggiunge che ciò che lui e gli altri videro quel giorno non era affatto simile a ciò che videro i piloti della Nimitz e mostrati dalla US Navy e dal Pentagono. In questo caso si trattava chiaramente di un oggetto apparentemente di plasma, grande quanto un caccia militare. Lo stesso fu visto da due piloti, che si trovavano sul ponte di volo e lo seguivano con gli occhi già da un pezzo. Lo stesso valeva per il Quartier mastro della guardia l’Assistente Ufficiale Conning Wardell Coward. Perché cominciare a rivelare o far finta di farlo? Queste notizie sugli UAP in piena pandemia sembrano aver un piano preciso. Forse siamo davanti ad un momento voluto e ben architettato per attirare meno attenzione e per fare il proprio giogo. A seguire una citazione di Olesiak che sostiene di aver avuto una conferma a ciò che aveva sempre pensato..
“Non direi che ha cambiato la mia visione del mondo, ma ha confermato quello che pensavo da sempre… Che non siamo soli. Solo perché non possiamo vedere, ascoltare o comunicare con un essere al di fuori della Terra, non significa che altre forme di vita non siano là fuori. Siamo solo un piccolo spettro di ciò che esiste realmente in tutto l’universo cosmico”
Cosa ha visto Karol Olesiak?
Poi ci racconta cosa egli ha visto esattamente. Ho visto una sfera arancione grande come un caccia a reazione che seguiva la portaerei, ma che sembrava non muoversi in aria, in pratica levitava senza oscillazioni ed apparente moto. È stato lì per tutto il tempo che lui stette sul ponte di volo, circa 4 ore. Il mio pensiero al momento era che si trattasse di un esperimento sociale per verificare la reazione di chi stava ad osservare.
La mia testimonianza è sempre stata che marinai e personale imbarcato, hanno visto tante cose e quasi sempre diverse. Non stavo andando fuori di testa perché l’ufficiale di coperta non stava andando fuori di testa nemmeno lui, dato che vedeva le mie stesse cose. Nessuno avvertì il ponte di comando dell’accaduto, da esso non arrivò alcuna comunicazione, dice che il silenzio dal ponte era inquietante. Egli poi cita nuovamente Jack Vallè come negazionista che sostiene che ciò che i nostri sensi vedono non è affidabile e poi Karl Jung che credeva che gli UFO fossero un’allucinazione di massa causata da un trauma psicosociale. Ma è impossibile vivere un’allucinazione di qualcosa che non hai mai visto prima. Il mio istinto mi dice che ciò che ho visto non lo avevo mai visto prima, quindi non può essere un’allucinazione
La testimonianza di Patrick Goley
Anche il collega Patrick Gokey era sul ponte di volo di prua e gli disse queste parole:
“Sì, in pratica stavamo facendo operazioni di volo. Vedo una sfera luminosa arancione che si librava a duecento piedi sopra la prua. È rimasto lì per 30-60 secondi, poi ha fatto alcuni semicerchi come \_/ \_/ \_/ ed è decollato, è stato super veloce, è andato in un batter d’occhio. Poi 30 o 60 minuti dopo avevamo ruotato le stazioni di osservazione e io ero sul fiocco. Stessa cosa con la sfera arancione, tranne per il fatto che ora era dietro la nave e sembrava un po’ più bassa. Ha fatto gli stessi semicerchi appena prima di decollare ed è stato tutto ciò che ho visto.
La testimonianza di Derrick Smith
Derrick Smith invece era di vedetta a dritta Tutti vedemmo l’oggetto dello stesso colore, sembrava di natura gassosa e per quanto riguardava le dimensioni e la durata dell’incidente c’è controversia tra i testimoni.
“Quando sei a dritta a prua hai il 70% della cabina di pilotaggio… abbiamo guardato in basso alla cabina di pilotaggio e tutte le persone sulla cabina di pilotaggio stavano guardando qualcosa… non riuscivo a riconoscerlo, quindi l’ho guardato attraverso i grandi occhi…era un ovale arancione di lato e non era solido…una volta scomparso qualcuno sul fiocco lo ha segnalato sui telefoni alimentati dal suono… una volta che abbiamo ruotato l’Assistente Conning Officer ha detto: da bambino ho visto un UFO e mia madre mi ha detto di non dirlo a nessuno”
Derrick rise a disagio ci dice Olesiak. Quando l’ho intervistò erano trascorsi 15 anni dall’incidente. Egli ha confessato di essere stato un appassionato di UFO fin dall’infanzia. Il nostro testimone principale quindi specifica che anche lui lo era. Poi conclude la testimonianza ricordando alcune lezioni e domande dell’epoca dell’addestramento, domande sull’intelligenza e sulla cultura, oggi riflette sulla domanda che si pone principalmente la persona con una intelligenza comune in fatto di UFO, ovvero ci credo o non ci credo? Ma le vere domande dovrebbero essere altre e credere ai fatti ormai certi.
Abituati a riconoscere i velivoli
Poi ci parla della Teoria dell’Intelligenza Multipla, un fatto interessante, perché è l’unica teoria che spiegherebbe le differenze di intelligenza e degli approcci, anche nella questione UFO. Da Wikipedia quindi vi cito il significato della teoria:
“Con la teoria delle intelligenze multiple, Gardner dimostra che non esiste una sola intelligenza, ma ben nove, che fanno riferimento ad altrettante strutture del cervello indipendenti l’una dall’altra.”
Karol Olesiak poi scrive che sia Patrick che Derrick erano guardie ben addestrate, sapevano come identificare qualsiasi tipo di velivolo e da tutti i resoconti l’insinuazione che si trattasse di qualcosa di conosciuto mi sembra una bugia tecnologica, qui ho dovuto usare forme più comprensibili perché Olesiak ha usato molti termini tecnici e/ poco chiari. Poi dice, quando si deve interpretare una cosa, si interpreta ciò che si vede e per i piloti e le guardie di sicurezza fa parte del mestiere.
Le conclusioni di Karol Olesiak
Olesiak conclude tentando di dare una spiegazione al perché il loro caso non è stato inserito nel report preliminare consegnato al Congresso USA nel giugno 2021. Vediamo quindi cosa dice. Forse il motivo per cui l’incidente non è nella cosiddetta divulgazione del governo è perché c’era troppo materiale ed avrebbero quindi fatto sembrare il fenomeno UAP-UFO più fisico e reale di quanto non vogliano. Questo caso potrebbe per loro portare a dichiarazioni chiare della fisicità reale del fenomeno stesso. Naturalmente questo non va bene a chi vuole mantenere i segreti.
Egli ci dice che secondo lui la realtà è che gli extraterrestri ci studiano in continuazione e ci mettono alla prova, ma non portano doni e pace. Questa cosa, non solo è plausibile e molto probabile, ma la condivido appieno. Karol Olesiak poi ci dice che l’affermazione di Nick Bostrom secondo cui potremmo vivere in un universo simulato ha più credibilità quando si verifica qualcosa del genere. Ovvero quando si vivono esperienze a cavallo tra la nostra ed un’altra realtà, in questo caso ufologica. Quindi aggiunge che dopotutto, l’aldilà è solo una sensazione. Queste esperienze spinsero Patricked Olesiak a partecipare a Occupy Wall Street, un movimento di contestazione pacifica del 2017.
Preoccupazioni ed implicazioni
Ci preoccupiamo più della giustizia sociale che della vita aliena, una affermazione discutibile ma che condivido in linea di massima. La maggior parte del programma spaziale non ha fatto altro che armare lo spazio. Le persone hanno delegittimato gli UAP scattando brutte fotografie che creano confusione ed ulteriori dubbi. Scattare foto di cose nel cielo è una perdita di tempo a meno che tu non abbia l’impostazione, tecnica, attrezzature e soprattutto la giusta apertura mentale dice ancora Olesiak. Io sono solo parzialmente d’accordo.
Il fatto che accettiamo prove fotografiche come garanzia potrebbe essere un altro problema, infatti oggi nell’era delle immagini digitali, delle fake e della Computer grafica, possiamo facilmente essere ingannati. Il nostro primo istinto in un tale incontro è quello di registrare in qualche modo, forse per non essere derisi o presi per pazzi. E’ anche un modo di mostrando una prova di cui noi non abbiamo affatto alcune bisogno. Come se ciò lo rendesse più reale. La vera esplorazione di un fenomeno così importante e socialmente alle nostre porte per le sue implicazioni da tutti i punti di vista, andrebbe costantemente studiato ed aggiornato. Andrebbe anche finanziato con ingenti investimenti, strumentazioni adatte, raccolta di prove, raccolta di testimonianze, ecc.. Il tutto ancrebbe poi visto in chiave cosmologica con la mente più aperta possibile, possibilista e capace di accogliere ogni sfida. A voi l’articolo orginale e il video americano a seguire: