Gordon Cooper tra: relitti alieni, avvistamenti ed atterraggi UFO
Quando l’astronauta della Mercury Gordon Cooper si ritirò dal programma spaziale dell’aeronautica statunitense nel 1970, lasciò un’eredità di successi dietro le sue spalle, tanto quanto intrighi durante i suoi voli. Una lunga lista di riconoscimenti che ha ricevuto durante il servizio militare negli U.S. Marines, U.S. Air Force e infine come astronauta accompagnano la sua memoria di eroe statunitense, un pioniere ed un collaudatore.
Una volta in pensione, si è dedicato anche ad altre cose e durante questi anni di appassionati interessi, fonda il suo patto “del tesoro” con Darrell Miklos, produttore di “Cooper’s Treasure” per Discovery Channel, il suo operato sui misteri degli oceani, viene esaminato e diviene oggetto di ammirazione da ogni investigatore spaziale da poltrona del mondo, non da meno da ufologi ed appassionati di tutti i tipi di misteri.
Anche gli appassionati di aeronautica si affrettano a sottolineare che Cooper prestò servizio nel Pacific Theatre of War durante la seconda guerra mondiale. Alla fine della guerra, era avanzato rapidamente dai Marines al Judge Advocate General’s Corps (JAG) che i più abbiamo conosciuto grazie alla nota Serie TV. Poi, passato all’USAF a lavorato anche in una commissione nell’aeronautica statunitense. Nel giro di sette anni fu promosso da pilota di caccia a pilota collaudatore e due anni dopo fu selezionato come astronauta nella “grande corsa nello spazio” degli anni ’60.
La storia dell’astronauta
Cooper era un novellino, il più giovane del gruppo di sette astronauti che si imbarcarono nel programma Mercury: Scott Carpenter, John Glenn, Alan Shepard, Gus Grissom, Deke Slayton, Wally Schirra e lo stesso Cooper. Il 9 aprile 1959, i funzionari della National Aeronautics and Space Administration (NASA) a Washington, DC, onorarono e presentarono al pubblico gli astronauti e il loro project Mercury.
Quegli uomini erano gli ultimi sette dei 68 candidati che sono stati oggetto di visite mediche, interviste di ogni genere e testati in ogni modo s superare tutti i controlli. John Glenn era il più anziano all’età di 37 anni e Cooper il più giovane a 32. La cerimonia, secondo Glenn, “è stato come ottenere una stella sulla famosa Walk of Fame di Hollywood”.
Nel maggio del 1963, il comandante Cooper fece 22 giri intorno alla terra con la navicella spaziale Mercury lanciata dall’Atlas-9, soprannominata Faith-7, registrandosi per nove giorni e nove ore. In seguito partecipò al successivo programma nel 1965 con il copilota Pete Conrad a bordo del Gemini-5. In quel caso stabilirono un nuovo record di resistenza-permanenza spaziale, che dimostrò, che una navicella spaziale statunitense potrebbe rimanere lassù abbastanza a lungo da andare sulla luna e tornare sulla terra. Tale distanza era di circa mezzo milione di miglia, quasi andata e ritorno dal nostro satellite.
Ma questi non furono gli unici “primati” che Cooper realizzò durante la sua carriera. Fu il primo americano a dormire nello spazio; il primo ad essere trasmesso in televisione nello spazio e il primo a compiere due missioni. È stato anche l’ultimo astronauta ad andare da solo nello spazio. I veicoli spaziali, man mano che crescevano, potevano ospitare intere squadre, arrivando a tre uomini di equipaggio con il Programma Apollo.
Fine di una carriera
Questi erano i primi giorni di sondaggi, test e pionieri nello spazio. Tutto era novità e metteva in discussione tutto il resto, nel mentre la corsa allo spazio con i sovietici accelerava sempre i tempi ed aumentava anche i rischi. Alcuni piloti affermano che le squadre di astronauti erano le spedizioni di Lewis e Clark dei nostri giorni, in pratica i nuovi esploratori. Cooper era considerato un uomo di innovazione e cambiamento, ed in effetti in parte lo fu. Egli amava le auto, i motoscafi e il volo, ed una di queste cose vedremo poi che lo porto a fare delle scoperte.
Non molte persone lo sapevano, ma era un cacciatore di tesori il cui interesse per le navi scomparse e presumibilmente affondate lo spinse a tracciare un’altra rotta verso l’ignoto. La NASA non era stata particolarmente gentile con Gordon Cooper, cancellandolo da future spedizioni a cui partecipavano i suoi compagni astronauti, rimane ad oggi un mistero il vero perché di questo atteggiamento, ma è probabile per non dire quasi certo, che il suo interessamento e la sua apertura verso il fenomeno UFO, lo portavano ad esser visto come una minaccia per la sicurezza del programma.
Ai vertici della NASA non piacevano poi le auto da corsa e le barche veloci per i loro astronauti considerati appunto risorse nazionali non facilmente sostituibili, quindi il suo atteggiamento e i suoi interessi lo portarono ufficialmente fuori dall’Agenzia spaziale. Fu inoltre bandito per colpa della NASA da alcuni dei principali eventi tra cui la “24 Ore di Daytona” nel 1968 dove avrebbe dovuto gareggiare.
Un nuovo incarico come spia aeronautica
Non troppo affezionato al suo successivo incarico come “spia spaziale”, “Gordo”, come lo chiamavano i suoi amici, fece del meglio in una situazione irrisoria e scomoda. Il suo ruolo era quello di pattugliare i cieli alla ricerca di minacce nucleari e apparecchiature di rilevamento a lungo raggio che non appartenessero agli Stati Uniti o a nessuna delle nazioni amiche del nostro paese.
Egli ha realizzato il sogno di diventare un subacqueo cercatore di tesori, e si dedicò a mappare i relitti di navi affondate nei Caraibi. Ha registrato centinaia di punti oscuri conosciute anche come anomalie magnetiche marine, che ha citato come presunti affondamenti o come dicono negli USA “naufragi”. Molti di queste presunte navi sono andate a picco in acque profonde, potrebbero essere galeoni spagnoli e, come disse il famoso guru del tesoro della Florida e dei Caraibi Carl Fismer, “Chissà cos’altro?”, forse intendendo che sotto i mari ci sono anche oggetti sconosciuti e strani avvistamenti?
Cooper ha mappato oltre 100 anomalie da quando è rimasto a terra e ha fornito i risultati a un amico, Darrell Miklos. I subacquei e gli archeologi da poltrona conoscono Miklos dal popolare programma televisivo Cooper’s Treasure.
Proviene da una famiglia di esploratori di relitti e cacciatori di tesori. Molti appassionati di esplorazioni marine, forse ricorderanno suo padre, Roger Miklos, che insegnò a suo figlio i metodi high-tech impiegati nella ricerca di siti di tesori storici. “Ho studiato alcune carte, mappe e coordinate di Gordo e mi sono reso conto che c’era qualcos’altro sulle mappe a cui aveva fatto riferimento come ‘proveniente da un altro mondo’, aggiunge Darell, “Un’astronave è quello che doveva essere, perché Cooper mi aveva confidato che credeva negli alieni”.
Una prima importante domanda
A questo punto però, una domanda nasce spontanea ed è doveroso formularla e darci una risposta. Nelle affermazioni di sopra c’è un sottinteso importantissimo, durante i suoi viaggi con l’aereo spia avrebbe fotografato e localizzato oltre 100 relitti di cui alcuni anomali, uno in particolar modo sembra proveniente da un altro mondo, in pratica extraterrestre.
Non solo si parla chiaramente di un relitto di un’astronave aliena, ma che questa ed altre siano state fotografate dagli aerei spia e che questa era routine; se l’ex astronauta è l’unico ad aver parlato della cosa, non significa che non ci siano centinaia di piloti di velivoli spia che nei decenni hanno fotografato e localizzato altri relitti tra cui anche qualcuno di provenienza sconosciuta. Al contrario è invece logico pensare che sia proprio così.
Il suo interesse per gli UFO
Successivamente, egli ha rilasciato tutto il suo lavoro di ricerca, testimoniando davanti alle Nazioni Unite nel 1978, dove disse di aver visto più volte aerei inspiegabili (UFO) e descritto i dettagli di quest’ultimi, sarebbe interessante venire in possesso dei documenti video di questo discorso all’ONU.
Cooper credeva che avessimo visite da altri pianeti e che molte di queste “cose” fossero atterrate in questa particolare parte del mondo (non dice quale, ma suppongo faccia riferimento al Triangolo delle Bermuda). Quindi UFO -Oggetto volante non identificato- è stato aggiunto al nostro USO -Oggetto sommerso non identificato- e ci siamo messi a cercarlo. “Abbiamo scelto uno dei siti contrassegnati in nero a cui si riferiva Gordo, che era vicino alle Isole Bahamas ai margini del Triangolo delle Bermuda. La profondità del relitto era di 300 piedi ed ero in un sommergibile subacqueo, che scrutava fuori dalla finestra con soggezione, racconta Miklos. Qualcosa di gigantesco che riposava adagiato nella sabbia mi ha scioccato.
Un astronave aliena in fondo al mare?
Ho capito subito che non si trattava di un naufragio. Quindi, se non era un nave affondata, cos’era? Sicuramente, non era uguale a nulla che avessi mai visto prima in più di due dozzine di scoperte precedenti, dice Miklos. Era una grande struttura e sicuramente non fatta dalla natura come una formazione corallina, non si sarebbe mai retta in piedi senza colonne portanti. Abbiamo scattato alcune foto e l’abbiamo esplorato in seguito durante le immersioni usando gas misti per guadagnare più tempo sul fondo.
I nostri metal detector non hanno rivelato alcun artefatto significativo, quindi questa era la portata della nostra avventura aliena. Era troppo grande il relitto per provare una esplorazione più dettagliata senza attrezzature specializzate e pesanti”. Miklos ha sospeso il suo progetto per un secondo momento. Recentemente sembra che abbia avuto l’autorizzazione ad organizzare una terza spedizione più dettagliata e i finanziamenti potrebbero già essere stati versati mentre scrivo questo articolo.
Queste sono acque internazionali e il governo delle Bahamas potrebbe voler partecipare alla ripresa di questa scoperta, che potrebbe segnare la storia umana. Il nostro governo, in particolare i comandi militari, mantengono uno stretto segreto sui propri archivi di avvistamenti in tutto il mondo, e da come abbiamo visto fa lo stesso con i naufragi, affondamenti, oggetti precipitati ecc..
Il governo forse teme l’interferenza internazionale proprio di altre nazioni, come quando la Spagna ha suscitato grande scalpore per i salvatori americani che hanno trovato i loro galeoni affondati al largo delle nostre coste (Bahamas). Miklos dice che farà sapere quando sarà pronto ad aprire la porta verso l’ignoto. Nel mentre vi propongo un video in cui ho parlato maggiormente in dettaglio proprio del ritrovamento del relitto di un presunto USO e di tutta la storia ed i suoi retroscena.
Il primo avvistamento multiplo di Gordon Cooper
Ma ritorniamo al tema principale di questo articolo, il rapporto tra Gordon Cooper e gli avvistamenti UFO. Il primo suo avvistamento avvenne nel 1951, presso la base aerea di Neubiberg , in Germania. Egli disse che una guardia di sicurezza aveva visto con il suo binocolo un gruppo di oggetti che volavano sopra la base, fatto che ricorda molto i successivi eventi della foresta di Rendlesham. Quello scenario si è verificato per circa un giorno e mezzo, in direzione est-ovest rispetto all’aerostazione.
La base ha fatto decollare dei caccia in scramble per osservare meglio e da minore distanza il fenomeno, affermando che gli oggetti erano di grandi dimensioni e che sembravano doppi dischi lenticolari. Probabilmente i classici dischi volanti formati da un doppio piatto, di cui uno rovesciato.
Nonostante avessimo cercato di intercettarli, i caccia non sono riusciti ad avvicinarsi abbastanza per via della velocità e degli scatti dei velivoli sconosciuti. Questi volavano anche a grandi altezze e facevano manovre impossibili per un normale caccia di quell’epoca ed anche dei decenni successivi. Potevano raggiungere velocità supersoniche in qualsiasi momento e con accelerazioni impossibili per un corpo umano.
Riguardo al suo primo avvistamento UFO Cooper disse:
“Non credo affatto che possa essere tecnologia sovietica, o americana. Ora sono convinto che fossero di origine extraterrestre. Successivamente abbiamo scoperto che i sovietici non erano in grado di produrre alcun dispositivo con queste caratteristiche di volo.
Inoltre, poiché ciò è accaduto cinquant’anni fa, se fosse stata un’arma segreta dei nostri militari, lo sapremmo ormai”.
Il suo secondo impoortante avvistamento, l’atterraggio nella base di un UFO
Il secondo avvistamento importante che fece l’astronauta e di cui parlò pubblicamente, avvenne 6 anni dopo, presso la Edwards Air Force Base, in California. In questo preciso caso, sembra che Gordon Cooper abbia fotografato un UFO mentre atterrava nella base. Questa affermazione diventa importante e ci porta nuovamente a porci una domanda e cercare di darci una risposta. Ma rimandiamo questa domanda alla fine di questa discussione. A quel tempo, l’astronauta era project manager per diversi progetti pilota per test di velivoli sperimentali sul Mojave Dry Lake nella Edwards Base.
I fotografi della US Air Force avrebbero registrato gli atterraggi degli UFO con le più avanzate videocamere dell’epoca per le analisi dei velivoli e del loro comportamento. Un giorno, un gruppo di militari tutti eccitati e quasi sconvolti è entrato nel suo ufficio irrompendo e dicendo che un disco volante era appena passato sopra le loro teste.
Sembra che l’UFO abbia messo fuori 3 sporgenze che sembravano piedistalli e poi era atterrato nel lago asciutto, a circa 50 metri di distanza. Lago asciutto? Non è che stiamo parlando di Groom Lake nell’Area-51? Non dimentichiamo che Gordon Cooper volava con gli U-2 sperimentati e decollanti proprio dalle piste della segretissima base dove si dice appaiano gli alieni e ci siano corpi e navi spaziali custoditi e studiati.
Quando i fotografi si avvicinarono al disco volante, questo si sollevò e poi accelerò in un batter d’occhio sparendo a velocità impossibile. Andiamo ora alla domanda in sospeso:
Seconda domanda importante
Si evince dal precedente scritto che era quasi norma che gli UFO atterrassero presso alcune basi statunitensi dopo averle sorvolate ed esisterebbero foto e video, lo stesso astronauta ne vide atterrare uno e lo fotografò. Ma la cosa strana è che nessuno ne usciva, i suoi occupanti e l’oggetto stesso non interagivano in alcun modo con l’ambiente circostante. Ma cosa facevano realmente quegli UFO? Perché atterravano sulle piste delle basi USA senza fare nulla, almeno in apparenza? Queste domande hanno bisogno di risposte che allo stato attuale non posso dare perché non ci sono elementi nemmeno per fare supposizioni.
La lettera all’ONU sugli UFO di Gordon Cooper
Gordon Cooper ha parlato del video per rivelare ufficialmente l’incidente e sperava che la cosa avesse una risposta ufficiale. Il suo comandante, un Colonnello, gli ordinò di mettere i negativi della foto in una busta e di inviarli direttamente al Pentagono, senza fare copie. Quella fu l’ultima volta che Cooper video foto e negativi da lui fatti. Il 9 novembre 1978, l’astronauta inviò una lettera all’ambasciatore delle Nazioni Unite, preoccupato per l’incidente precedentemente descritto.
Ecco a seguire il contenuto tradotto della lettera:
«Caro ambasciatore: desidero comunicare il mio punto di vista sui visitatori extraterrestri, popolarmente chiamati ‘UFO’. Credo che questi veicoli ed equipaggi visitino il nostro pianeta da altri mondi con una tecnologia più avanzata della nostra.
Abbiamo bisogno di un programma coordinato di livello mondiale per raccogliere e analizzare scientificamente i dati da tutta la Terra su qualsiasi tipo di incontro e determinare il metodo migliore per comunicare con questi visitatori.
Potremmo dover prima mostrare loro che abbiamo imparato a risolvere i nostri problemi con mezzi pacifici prima di poter essere accettati come membri qualificati della squadra universale. Questa accettazione comporterebbe enormi possibilità di avanzamento mondiale in tutti i settori.
Non sono un investigatore di UFO e non ho ancora avuto il privilegio di pilotarne uno, ma sono qualificato per parlarne, essendo arrivato ai margini della vastità che percorrono.
Già nel 1951 ebbi l’opportunità di osservare per due giorni molti voli di questi oggetti, di diverse dimensioni, in formazione di caccia, dall’est all’ovest dell’Europa. Ed erano più in alto di quanto i nostri aerei potessero raggiungere in quel momento.
So che alcuni astronauti sono riluttanti a discutere l’argomento a causa del gran numero di persone che hanno venduto storie inventate o abusato dei loro nomi falsificando documenti, ma ancora molti di noi credono negli UFO perché abbiamo avuto l’opportunità di vederli a terra o in volo.
Se le Nazioni Unite accetteranno di portare avanti questo progetto e di dargli credibilità sostenendolo, forse molte altre persone ben qualificate si faranno avanti e contribuiranno con aiuto e informazioni”.
Conclusioni
Non è noto se Gordon Cooper abbia avuto una risposta, tuttavia, questa testimonianza è una delle più rivelatrici fornite da un astronauta, anche se di conferme dal mondo degli esploratori spaziali e dai collaudatori sono tante ed alcune le abbiamo già viste qui su Stato Di Emergenza e sul canale YouTube UFO NEWS. Anche altro personale di Agenzie spaziali, hanno fornito racconti e prove di contatti alieni, avvistamenti UFO-USO ed altro.
Gordon Cooper fece molti altri avvistamenti anche eclatanti, ma non ne parlò dettagliatamente in pubblico o gli fu ordinato di non farlo. Rimane allo stato attuale l’astronauta con più avvistamenti a suo carico e che ha parlato più esplicitamente di questi ed altri fatti legati agli extraterrestri e ad oggetti sconosciuti.
Alcune domande su i suoi trascorsi e le sue affermazioni non trovano risposta, ma come abbiamo visto, alcuni quesiti invece nascondono importanti sottintesi. La sua testimonianza è sempre stata sincera e tecnica, a volte quasi ingenua per una persona del suo calibro, soprattutto per la sua cultura e i suoi incarichi; è verosimile, che ciò che sappiamo su di lui è solo la punta di un iceberg.
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