La Residentura del KGB, il dossier Mitrokhin e il Caso De Mauro
Vi voglio riproporre la questione della Residentura sovietica con questo interessante mio articolo del 2015, uscito su un network romano. Esso riguarda anche casi spionistici italiani. Il periodo storico che stiamo vivevndo potrebbe riaccendere una corsa alla reinfiltrazione di spie in nazioni e ruoli chiave. Siamo quindi davanti ad una nuova Guerra Fredda, che potrebbe trasformarsi in ogni momento.
L’articolo sulla Residentura
La Residentura del KGB fu una questione importante negli anni della Guerra Fredda. Il 10 giugno del 2015 usciva questo mio articolo su un Network romano, oggi ve lo ripropongo perchè sempre interessante.
Negli ultimi anni abbiamo visto, prima nelle TV americana e poi in quelle europee – incluso quella italiana -, una serie televisiva davvero interessante dal punto di vista storico e per gli appassionati del genere d’azione spionistica. Si tratta del telefilm “The Americans”, la cui trama parla di vicende in parte vicine alla storia, ma naturalmente romanzate per la tv. All’interno di tale serie TV appaiono alcune Agenzie spionistiche dell’epoca. Tra di esse le principali sono:
- KGB (Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti – Comitato per la sicurezza dello Stato – a sua volta sotto il controllo del GRU.
- GRU – Servizio Segreto militare sovietico – conosciuto anche come Direttorato principale per l’informazione, o ancora meglio “Primo Direttorato”).
- C.I.A (Central Intelligence Agency), che è il Servizio Segreto civile americano.
- Mossad (Servizi Segreti israeliani), che è l’Agenzia spionistica israeliana.
- FBI (Federal Bureau Investigation) che è anche servizio di Controspionaggio americano.
Compaiono anche termini come “Residentura”, “Direttorato” ed altre terminologia poco conosciute che proveremo a spiegare; è nostra intenzione dare una leggera infarinatura sugli argomenti, cosicché possiamo guardare (anche se da uno spiraglio) attraverso una cortina di segreti e silenzio. Lasciamo però il telefilm per addentrarci, almeno per sommi capi, nella “Residentura” e anche in alcuni dettagli su fatti e storie tutte italiane.
Cenni storici
Prima di ogni cosa dobbiamo capire cosa è il nucleo spionistico, che prendeva questo nome, all’interno del KGB, sotto il controllo del Soviet Supremo. Dobbiamo quindi capire, che i cosiddetti residenti legali erano spie che operavano in un paese straniero sotto copertura diplomatica. Questi erano a tutti gli effetti membri ufficiali del personale consolare, come addetti commerciali, culturali o militari. Così tali agenti godevano dell’immunità diplomatica e non potevano essere arrestati e processati nel paese ospitante, anche se sospettati di spionaggio. Era quindi responsabilità della Residentura anche il rimpatrio del personale non idoneo. Accadeva anche quando le spie venivano scoperte ed erano quindi compromesse. I residenti era anche un contatto ufficiale (appunto diplomatico), che personaggi noti nel Governo potevano usare come contatto diretto in tempi di crisi.
A questo punto, sappiamo che la Residentura (chiamata anche FCD) aveva molte sedi; ognuna di esse aveva un comandante chiamato “Direttorato”, ovvero il primo direttore della sede dell’Agenzia, le cui funzioni erano le stesse dei capi sezione della C.I.A..
Grazie ai Servizi Segreti di entrambe le parti, ma storicamente soprattutto grazie proprio alla Residentura sovietica, furono evitati inasprimenti di situazioni che avrebbero potuto portare alla terza guerra mondiale. Essa contribuì direttamente a tenere contatti stretti in momenti di crisi. Per es. nel famoso caso di Cuba quando l’agente del KGB residente a Washington DC, Aleksandr Fomin, giocò un ruolo importante nella risoluzione della tensione accresciuta.
Infiltrati ovunque
Ogni capitale del mondo occidentale, ed in particolar modo dei Paesi della NATO, era sede di ambasciate e quindi della Residentura; le sedi più famose si trovavano a Washington, New York, Londra, Berlino e persino a Roma. La sede storica più efficiente in epoca sovietica sembra essere stata quella britannica con residenza a Londra, che ha visto tra l’altro la fuga di un grande nome del KGB, il colonnello Oleg Gordievsky, ricercato per alto tradimento per aver spiato per conto della C.I.A. l’URSS, fuggito e scampato al processo ed alla condanna a morte grazie all’MI6 (Servizio segreto britannico).
La Residentura aveva sedi in tutto il mondo, ed ognuna era suddivisa in sottogruppi con ruoli precisi, per esempio il PR Line (intelligence strategica che raccoglieva le informazioni sulle misure di politica, sull’economica e riguardo questioni militari, e si occupava anche di attività spionistiche varie), il KR Line (controspionaggio e sicurezza), la Linea X, la Linea N, e i Riservisti speciali.
Queste sezioni del KGB fornivano il supporto logistico agli infiltrati. In pratica era la logistica delle spie sotto copertura che lavoravano sul territorio e non dentro le ambasciate. Questo avveniva negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in svariate altre nazioni; queste spie prendevano l’identità di persone sparite o decedute e conducevano una vita da cittadini americani o di altre nazioni in tutto e per tutto, a volte addirittura con una famiglia e dei figli totalmente inconsapevoli. Vediamo più in dettaglio gli eventi avvenuti sul territorio nazionale italiano ed in particolar modo nella nostra capitale.
Il famoso caso Mitrokhin
Partiamo dal famoso dossier Mitrokhin, che ha preso il nome dell’agente segreto sovietico “Vasilij Nikitič Mitrokhin” residente dell’ambasciata dell’URSS con il ruolo di archivista. Con lo scioglimento dei Servizi Segreti sovietici, i contenuti (almeno parziali) delle sei casse vennero ufficialmente consegnate al SISMI. Il SISMI uno dei servizi segreti italiani (almeno fino a poco tempo fa). In queste casse erano contenuti oltre 3000 documenti suddivisi in 261 schede, che rivelavano alcuni eventi ed alcune missioni del KGB, avvenuti durante la Guerra Fredda nel territorio italiano. A tal riguardo fu istituita la Commissione d’inchiesta Mitrokhin. Essa era presieduta dal giornalista italiano Paolo Guzzanti.
Dai documenti esaminati dalla commissione negli anni si evince che, tra i ruoli principali delle spie ed in particolar modo della Residentura sovietica a Roma, vi erano l’acquisizione di abbigliamento usato dai cittadini comuni, di divise di Polizia, Esercito, Corpo Forestale, ferrovieri e Carabinieri da nascondere in luoghi sicuri, da cui poter essere recuperati in caso di necessità (come di infiltrazione di nuovo personale o per missioni segrete su tutto il territorio italiano).
Tra queste divise, vi erano alte uniformi di ufficiali dei Carabinieri e generali di corpi militari degli alpini, che lasciarono presagire tentativi di infiltrazione nelle alte sfere delle forze armate italiane, ma che almeno da ciò che è lecito sapere, non avvennero mai. In alcuni nascondigli furono sotterrate naturalmente anche armi, attrezzature e radio. Tra le altre cose c’erano anche mazzette di denaro locale o in dollari. Tutti i materiali erano utilizzabili in caso di emergenza dal personale infiltrato, in caso di fuga dalla nazione (come per esempio le operazioni di estrazioni di personale a rischio, di scienziati rapiti, ecc) o di necessità delle spie già presenti in loco per le operazioni speciali e di routine.
Disinformazione
Un altro aspetto importante fu quello dei disinformatori, che lavoravano sulla crisi di Cecoslovacchia o altre situazioni analoghe dell’epoca, per evitare l’eccessivo trapelare di informazione ai cittadini italiani.
Il KGB aveva come ruolo principale a Roma quello di monitorare le comunicazioni importanti; furono piazzate almeno cinque stazioni di radio ascolto. Queste si trovavano intorno alla città proprio a tal scopo. Erano tutte minate con un sistema di sicurezza, che le avrebbe distrutte senza la corretta procedura di apertura degli apparati. Questa sezione della Residentura italiana era direttamente sotto il comando di Andropov in URSS, dove era presente un distaccamento sempre pronto ad ascoltare e registrare le conversazioni politiche e militari intercettate dalle stazioni radio, sul territorio nazionale italiano o di altri stati.
Ma il ruolo più importante in assoluto della gestione della Residentura a Roma, era la presenza di 21 agenti russi suddivisi in tre distaccamenti, che operavano in molte aree italiane con compiti polivalenti e multifunzionali, in pratica sapevano fare di tutto. A loro servizio vi erano a loro volta decine di italiani o stranieri residenti in Italia, che agivano per conto del KGB, direttamente sotto il controllo delle spie infiltrate.
Il caso De Mauro
Per concludere ricordiamo un caso importante per il giornalismo nazionale, ovvero il caso De Mauro, giornalista ucciso in viale delle Magnolie a Palermo, il 16 settembre 1970.
Sembra infatti (almeno da notizie emerse nel 2011), secondo il libro “Farewell, My Dear Colonel!” scritto dal colonnello Leonid Kolossov (nome in codice “Leskov”), vice capo della Residentura dell’URSS in Italia, che il giornalista fosse un agente del KGB; nel libro viene citato tra le illustrazioni, tra le quali si può osservare la tessera del partito del giornalista italiano, chiamato “il compagno di partito ed agente del Servizio Segreto sovietico Mauro De Mauro”.
Le dichiarazioni di Kolossov
Quando però Kolossov, ai commissari del parlamento italiano, a specifica domanda, ha risposto che De Mauro era soltanto un amico, ha fatto decadere ogni sospetto sul suo operato, ed in effetti la tessera di partito illustrata nel libro, ne indica solo l’ideale politico e l’adesione al partito italiano, non la sua affiliazione al KGB. In realtà, però molti aspetti della vita di questo bravissimo giornalista d’inchiesta e della sua morte, sono rimasti oscuri e senza risposte. Chi era veramente Mauro De Mauro? Cosa aveva scoperto per essere ucciso, e da chi? I documenti furono consegnati tutti quanti al SISMI? Quelli consegnati, erano manomessi o mancavano alcune parti?
Potremmo continuare ad aggiungere tante altre domande sulla Residentura in Italia e all’estero, sul caso De Mauro, così come sul caso Moro, Mattei, Dalla Chiesa, sul golpe Borghese ed altri, ma si sa bene che quando l’argomento è lo spionaggio, le risposte non sono mai certe, perché all’opera c’è sempre il controspionaggio, che le rende quanto meno discutibili e dubbie.
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