Portaerei nel mondo: Accellera il riarmo marino nel mondo.
Grazie al sito dell’Associaizone ANSU sono riuscito a recuperare questo mio vecchio articolo aullw portaerei e la corsa al riarmo, che era ormai introvabile in rete. L’articolo fu pubblicato in un network romano. Si tratta di un articolo che precede quello pubblicato nel 2013 e ripubblicato pochi giorni fa qui sul sito Stato di Emergenza. Che ripropongo qui a seguire:
Vecchio articolo
Continuano ad arrivare notizie allarmanti sul riarmo globale, ed in particolar modo sulla corsa agli armamenti delle potenze emergenti che di fatto ormai sono superpotenze economiche ed anche militari; sembra che le vecchie potenze europee non riescano più a tenere il passo e che gli Stati Uniti tra poco verranno sorpassati, sia come introiti economici che come spese militari. Approfondiamo quindi meglio questa situazione.
Iniziamo parlando di una doppia notizia di questi giorni. Chi segue lo scacchiere globale delle marine militari, si sarà accorto che oltre ad un incremento dei sottomarini e del naviglio c’è un immane acquisto di navi d’assalto e da guerra. Ma la cosa più significativa è la creazione o sostituzione della flotta aeronavale e quindi delle famose piattaforme aeroportuali chiamate portaerei.
Portaerei per l’India
Visitando i siti e le pagine Facebook dei fan nazionali indiani e cinesi delle proprie marine militari scopriamo che è appena stata varata la seconda portaerei indiana, totalmente di fabbricazione nazionale. Costruita su modello russo, si tratta dell’unità navale Vikrant che quando entrerà in servizio avrà a bordo 30 MiG 29k, 30 elicotteri e velivoli di vario genere tra cui nuovissimi Kamov-Ka russi antisom (anti-sommergibile). Sembra che questa nuova portaerei sia la prima di una serie di unità che l’India con l’aiuto di Fincantieri Italia vorrebbe costruire, proprio grazie agli esperti che costruirono la portaeromobili italiana Cavour.
Ma tutto ciò presenta una grossa anomalia questa unità navale doveva essere varata nel 2018 ma sarà ultimata nel 2015; i lavori sono stati accelerati in modo incredibile (come avessero premura di ultimare l’unità prima di qualcosa). Il ponte di volo non è completo e vi manca la parte di dietro. Detto questo, non si capisce il senso del varo anticipato in tali condizioni, dato che la delicata operazione di montaggio di questa parte del ponte di volo e della torre di controllo della nave, in acqua, fuori da bacini di carenaggio, potrebbe causare il ribaltamento della stessa. Ma vedremo l’evolversi di tale situazione.
Portaerei per la Cina
Nel frattempo dalla Cina, fresca del varo della portaerei Liaoning, trapela la notizia che sono cominciati i lavori di costruzione di 4 nuove unità portaerei di totale concezione cinese; queste navi dovrebbero somigliare alle navi americane più che a quelle russe della classe Admiral Kutsnezov. La Variag è stata trasformata nella stessa Liaoning sopra citata, di cui alla fine, hanno modificato poche cose prima del ri-varo nella flotta cinese. Altre fonti invece sostengono che la Cina avrebbe acquisito i progetti delle nuove unità russe (mai costruite). Di queste portaerei russe, la cui messa in costruzione fu bocciata alla fine degli anni ’80 in seguito alla crisi sovietica. Si tratterebbe di unità convenzionali (non nucleari) lunghe circa 300 metri e larghe come quelle americane.
Su di esse inoltre non si è ancora ben compreso se saranno a propulsione nucleare o meno, anche se “La Voce della Russia” ha pubblicato un articolo in cui si sostiene che secondo indiscrezioni degli ingegneri della CSIC (società dei cantieri navali cinesi), la Cina starebbe progettando reattori nucleari di piccole dimensioni per l’impiego nelle unità sottomarine e di superficie della flotta, e quindi secondo gli esperti russi questi reattori sono la prova che le nuove unità navali portaerei saranno indipendenti dal petrolio di cui la nazione è decisamente carente e che esse saranno infine a propulsione nucleare come quelle degli USA.
Intanto in rete si parla di “progetto 9935” (secondo i servizi russi), un progetto totalmente cinese per la creazione di una portaerei di 60.000 tonnellate di dislocamento. Sempre sul web, è arrivata come tempesta la notizia che è stato fotografato da un satellite spia americano, il primo pezzo dello scafo della seconda portaerei cinese -attualmente in costruzione nel cantiere navale militare di Changxing-. Questo sarebbe lungo 50 metri.
Indiscrezioni e teorie
Da altre indiscrezioni trapelate emerge che durante i festeggiamenti del 64esimo anniversario della marina popolare cinese, verrà varata la seconda portaerei della marina popolare. Questa sarà la prima di totale progettazione e costruzione dei cantieri della Cina, ma la stranezza la vuole in costruzione nei cantieri di Shangai.
E se invece non si trattasse della stessa unità, e ci fosse in atto una campagna di depistaggio atta a far divergere le informazioni a tal riguardo, e siano invece due unità militari differenti già in costruzione rapidissima? Non dimentichiamo che la Cina costruì qualche anno fa una portaerei galleggiante in un lago, che è utilizzata da allora come accademia navale della marina per addestrare al comando ed uso delle portaerei, cosa che di per sé indica la volontà di mettere in linea un significativo numero di queste unità militari d’attacco.
Le portaerei del Regno Unito
Nel frattempo i lavori della prima portaerei classe Queen Elizabeth del Regno Unito vanno verso la conclusione, mentre quelle delle unità USA procedono a passo spedito ed in anticipo anche di anni sulla tabella di marcia dei lavori e delle consegne delle unità classe Ford la cui prima a breve sarà messa in mare.
Le portaerei leggere del Giappone
Anche la marina Giapponese dal canto suo ha cominciato il riarmo aeronavale, infatti con il continuo acquisto da parte cinese di aerei e navi da guerra, il Giappone si sente territorialmente minacciato; ed in effetti alcune strane manovre cinesi come esercitazioni militari, aumento delle forze aeree e lo sviluppo di bombardieri stealth e caccia bombardieri semi-stealth sono indice di espansionismo, e la rivendicazione di isole prese con la forza (dopo oltre 90 anni che erano in effetti possedimento nipponico) fanno emergere ulteriori sospetti di tale interesse da parte del governo cinese. La marina nipponica in pratica ha ordinato ben 6 unità navali portaeromobili classe 16Ddh, ovvero navi adatte al volo verticale di piccoli velivoli o di elicotteri e per tanto utili a fungere da navi appoggio a sbarchi, o per la difesa in mare aperto, ma non sono a tutti gli effetti navi d’attacco come le portaerei.
Le portaerei per la Russia
La Russia non ha una grande tradizione di portaerei. Ha sempre preferito i sottomarini e le unità lanciamissili di superficie. Negli ultimi anni però, la flotta russa si è resa conto delle lacune della marina. in particolar modo nell’Oceano Pacifico. Nel Pacifico il dislivello delle forze militari navali e sottomarine con gli USA non ha paragoni. Il numero di unità navali viene colmato solo grazie agli alleati cinesi. La Russia però vuole navigare in solitaria.
Il sogno di una flotta di 2-4 portaerei al servizio della Russian Navy non è mai tramontato. Dopo la fine della classe Kutznezov di cui un’unità è ormai cinese ed una indiana, l’unica russa rimasta è al momento in cantiere e potrebbe anche non uscirne più. Vediamo insieme ed in breve gli ultimi progetti russi di portaerei.
Il progetto Ulyanovsk era un ibrido tra le portaerei americane e quelle russe. Il progetto Orel era una vera e propria portaerei stile americano con dimenzioni appena di qualche metro più ridotte. Infine tocca al programma 23000E. Quest’ultimo è il più ambizioso progetto di portaerei mai realizzato in Russia e forse in tutto il mondo, si tratta di una super portaerei di dimensioni maggiori a quelle americane e con un carico utile di velivoli almeno pari a quello delle ultime portaerei US NAVY da 100000 tonnelate a pieno regime. Il sogno delle portaerei russe non è mai andato in naftalina, al contrario è in attesa, un attesa forse infinta per questioni economiche.
Modifiche nelle flotte USA/NATO
Ultimamente alle portaerei della NATO è legata un’altra anomalia. Su di esse spesso sono stati visti e fotografati i caccia francesi della marina. I velivoli atterrarano e decollare da portaerei USA. Questi velivoli effettuano addestramento e missioni congiunte utilizzando le navi americane come punto di scalo per rifornimenti ed eventuali attacchi a lungo raggio. In effetti la marina nazionale francese in seguito alla crisi economica nascente, già anni addietro, ha bocciato i lavori della sua seconda unità portaerei a propulsione nucleare. Questo strano fatto dei francesi su navi USA non è il solo, anche velivoli FA/18 spagnoli decollano ed atterrano per voli addestrativi dalle portaerei statunitensi.
“Le Marine militari di Stati Uniti e Francia nell’esercitazione Chesapeake 2018”
Aviation Report (2018)
“Nel Mediterraneo caccia francesi e americani operano indifferentemente dalle portaerei De Gaulle ed Eisenhower”
Aviation Report (2020)
Non è un mistero che piloti di marina e di aviazioni NATO che volano su aerei imbarcabili, effettuino questo tipo di addestramento ed esercitazioni, poichè in caso di guerra tutti i paesi NATO con caccia imbarcabili potrebbero usare le portaerei USA come scali o punti di lancio per eventuali attacchi. Ciò che spinge a pensare ad un imminente conflitto è il loro eccessivo aumento di unità in servizio nelle marine militari di molte nazioni del mondo ed il sempre più frequente utilizzo non propriamente convenzionale per cui vengono adottate; l’unica volta che velivoli di aeronautiche alleate hanno fatto in tale quantità questo tipo di operazioni congiunte, è stato durante la II Guerra Mondiale. Ma tra chi o per cosa, questo conflitto che sembra sempre più alle porte, è ancora molto difficile da capire.
Conclusioni ad oggi sulle portaerei nel mondo e sull’articolo
Per quanto concerne l’India l’unità navale è già in servizio e la prima portaerei di progettazione indiana è già in costruzione. Per quanto invece riguarda la Cina, la seconda unità è già operativa, mentre la terza interamente di progettazione cinese ed a propulsione nucleare è in fase avanzata di costruzione. Una quarta unità cinese è in fase di costruzione. Una quinta portaerei è già stata ordinata. Una nuova portaerei americana è entrata in servizo, mentre la prima delle Nimitz dovrebbe andare a breve in naftalina e poi in smantellamento, sempre se non ci sinao risvolti terrificanti nella Guerra russo-ucraina e quella NATO per procura.
Entrambe le unità doppio comando della Royal Navy sono già operative. Pe quanto concerne invece il Giappone, delle 6 unità Izumo ordinate, soltanto due avrebbero dovuto essere consegnate. Contro ogni pronostico infine, una terza è invece attualmente in costruzione. Le prime due sono di fatto state trasformate per ospitare gli F-35, divenendo a tutti gli effetti portaerei leggere. Ho il forte sospetto che anche le altre tre infine verranno costruite. Anche la Corea del Sud, che non avevo citato nell’articolo del 2013, sta costruendo la sua prima portaerei.
Una nuova prospettiva per le forze navali
Secondo alcuni paesi il ruolo delle portaerei è ormai finito. Con l’affondamento dell’incrociatore russo Moskva, anche il ruolo degli incrociatori, viene fortemente messo in discussione. Nel mentre la flotta cinese ha superato di oltre 20 unità l’intero numero di navi della US NAVY. Il numero delle unità della REpubblica Popolare ocntinua ad aumentare. Questa sarà la vera sfida dei prossimi anni. Il Pacifico sarà super affollato di portaerei e navi da guerra con molte bandiere e molti territori contesi. Giusto per tirare le somme tra qualche anno tra il Pacifico e l’Indiano avremo: 6 portaerei cinesi, 3 indiane, 1 coreana del sud, 6 giapponesi e 5 americane.
Le flotte delle granzia marine saranno quindi sempre meno dotate di grandi navi vecchio stile. I sottomarini diverranno ancora più importanti. Nuove unità sempre più specializzate prenderanno il sopravvento. Le unità per le operazioni speciali avranno ruoli sempre più significativi. Nasceranno nuove armi, mentre quelle ad energia ed a rotaia segneranno il passaggio ad armi più sofisticate e meno costose.
Se alla fine della guerra in Ucraina, non si arriverà alla III G.M. la Russia avrà uno slancio di potere economico ed industriale. Dal punto di vista degli armamenti è già in corso. Ma con l’acquisizione di nuovi cantieri navali, di porti commerciali e militari, verrà sicuramente ampliata la flotta russa.