Il SNECMA C450 Coléoptère: L’UFO Francese che Voleva Rivoluzionare l’Aviazione Militare

SNECMA C450 Coléoptère
Nel panorama dei prototipi aeronautici più bizzarri e futuristici della Guerra Fredda, il SNECMA C450 Coléoptère occupa un posto d’onore tra i progetti più audaci mai concepiti dall’ingegneria aerospaziale. Questo straordinario velivolo sperimentale francese degli anni 50, il cui nome significa “coleottero” in italiano, rappresenta uno dei tentativi più radicali di ripensare completamente il concetto di aereo da combattimento.
Ad una prima analisi del suo aspetto e considerando l’epoca, poteva apparire come un UFO in cielo se sarebbe stato avvistato da chi non aveva consocenze aeronautiche nello sviluppo di prototipi avanzati. Oggi chiaramente sarebbe solo goffo e ridicolo, inutile direi all’atto pratico, non potrebbe infatti portare carichi utili o armamenti. Ma andiamo avanti.
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Le Origini di un Sogno Impossibile
Sviluppato dalla SNECMA (Société Nationale d’Étude et de Construction de Moteurs d’Aviation) tra il 1955 e il 1959, il Coléoptère nasceva dall’esigenza militare di creare un interceptor VTOL (Vertical Take-Off and Landing) capace di decollare verticalmente da qualsiasi superficie, eliminando la necessità di piste d’atterraggio. In piena Guerra Fredda, l’idea di avere caccia che potessero operare da piccoli spiazzi o persino da navi rappresentava un vantaggio tattico rivoluzionario.
Il progetto, designato ufficialmente come C450-01, presentava una configurazione completamente inedita: l’aereo era letteralmente progettato per stare in piedi sulla coda, con un’ala anulare che circondava l’intera fusoliera. Questa particolare conformazione gli conferiva un aspetto così inusuale da essere spesso scambiato per un oggetto volante non identificato durante i test.






Caratteristiche Tecniche Rivoluzionarie del SNECMA C450 Coléoptère
Il Coléoptère misurava 8 metri in altezza quando era in posizione verticale e pesava circa 3.000 kg. Il cuore pulsante di questa macchina era il motore turbojet SNECMA Atar 101E, capace di erogare 3.500 kg di spinta. L’ala anulare, con un diametro di 2,6 metri, fungeva sia da superficie portante che da condotto per il flusso d’aria del motore.
La configurazione tail-sitter prevedeva che il pilota rimanesse seduto in posizione verticale durante il decollo e l’atterraggio, una soluzione che richiedeva nervi saldissimi e un addestramento specifico. Il sistema di controllo utilizzava deflettori di scarico mobili per governare il velivolo durante le fasi di volo verticale, mentre in volo orizzontale si affidava alle superfici di controllo convenzionali.
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I Test e il Tragico Epilogo
Il programma di volo del C450 iniziò con test vincolati nel 1957, utilizzando un complesso sistema di cavi di sicurezza. Il primo volo libero verticale avvenne il 6 maggio 1959, pilotato da Auguste Morel. Tuttavia, il destino del progetto fu segnato durante il nono volo di prova, il 25 luglio 1959.
Durante il tentativo di transizione dal volo verticale a quello orizzontale, il Coléoptère entrò in una vite incontrollabile. Il pilota Auguste Morel riuscì a eiettarsi, ma il prototipo si schiantò al suolo, ponendo fine al programma. L’incidente rivelò l’estrema instabilità del velivolo durante le fasi critiche di transizione, un problema che si rivelò insormontabile con la tecnologia dell’epoca.
L’Eredità di un Sogno Spezzato
Nonostante il fallimento del progetto, il SNECMA C450 Coléoptère rimane un simbolo dell’audacia dell’ingegneria aeronautica francese. Le sue innovative soluzioni tecniche hanno influenzato lo sviluppo di futuri progetti VTOL, e la sua forma inconfondibile continua a ispirare designer e appassionati di aeronautica sperimentale.
Oggi, l’unico esemplare sopravvissuto è esposto al Musée de l’Air et de l’Espace di Le Bourget, dove attira migliaia di visitatori incuriositi dalla sua forma aliena. Per molti ufologi e appassionati di fenomeni aerei anomali, il Coléoptère rappresenta la prova che non tutti gli “UFO” avvistati negli anni ’50 erano necessariamente di origine extraterrestre.
Il progetto dimostra come l’innovazione aeronautica militare abbia spesso prodotto velivoli dall’aspetto così futuristico da sembrare fantascienza, anticipando di decenni soluzioni che solo oggi stanno trovando applicazione pratica nei moderni droni e negli aeromobili elettrici a decollo verticale.
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uno degli aerei più affascinanti come concetto aerodinamico e che sembra uscito direttamente da star wars.
Concordo Stefano
Articolo davvero interessante, Gabriele! Hai raccontato in modo chiaro e coinvolgente la storia del Coléoptère, un progetto tanto visionario quanto emblematico delle sfide ingegneristiche dell’epoca. Impressionante vedere quanto l’ambizione superasse spesso i limiti tecnologici, e affascinante l’idea che certi prototipi possano aver alimentato il mito degli UFO. Complimenti per l’approfondimento e per il modo in cui riesci a collegare scienza, storia e mistero!
Carissimo Salvo, si è possibile che alcuni prototipi abiano alimentato il fenomeno UFO, soprattuto questo tipo di prototipi e quelli triangolari, discoidali e a delta. GRazie del complimento.