Ottobre 13, 2024

Vimana: I carri volanti dell’antica India brahamanica

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Vimana: I carri volanti dell’antica India brahamanica è un articolo riproposto dall’archivio scritto da gabriele Lombardo. Nel precedente articolo sui Vimana , abbiamo parlato in linea generale dei carri volanti degli antichi testi vedici; e del fatto che in alcuni casi specifici, in modo molto dettagliato, descrivono persino i dati tecnici dei velivoli, ed i segreti del pilotaggio degli stessi.

Tra tutti i manoscritti e gli scritti che ci parlano dei Vimana, il più descrittivo e dettagliato è come abbiamo già detto, il Vaimanika Sastra (Scienza dell’aereonautica).  Appurato che si tratta quindi di un manuale che spiega anche i segreti del pilotaggio, ritengo corretto elencare i 32 segreti descritti proprio dal testo.


Interpretazione dei 32 segreti tratto da Wikipedia:

Il pilota deve imparare 32 segreti da Precettori competenti. Soltanto ad una persona che li avrà imparati, può essere affidato un Vimana, e non ad altri. Questi segreti sono così spiegati da Siddhanaatha:

1) MAANTRIKA: <<come prescritto nel “Mantraadhikaara”, invocando le Mantras di Chhinnamasta, Bhairavee, Vgine, Siddhaamba, si acquista il potere di ghutikaa, paadukaa, visibile ed invisibile, ed altre Mantras con potenti erbe ed oli efficaci e Bhuvaneswaree Mantra, che conferisce poteri spirituali, per costruire vimana che non si rompono, non possono essere tagliati, non possono essere bruciati e non possono essere distrutti>>.

2) TAANTRIKA: <<acquisendo Mahaamaaya, Shambara ed altri poteri tantrici si possono trasferire al Vimana>>.

3) KRITAKA: <<studiando architetti come Vishwakarma, Chhayaaparusha, Manu, Maya ed altri (il pilota o lo specialista) imparerà a costruire Vimana di vari modelli>>.

Questi primi tre segreti possono essere interpretati come l’obiettivo del manuale, in quanto precisano alcune prerogative cui il pilota deve far fronte. Infatti, come correttamente precisa Davenport: “anche gli aviatori moderni studiano a fondo i particolari tecnici dei velivoli da pilotare prima di guidare un aereo”. L’affermazione i Vimana non si rompono, deve essere interpretata come confronto tra materiali disponibile all’epoca (legno, ferro, bronzo, tela, vetro), e un materiale completamente nuovo o sconosciuto, di fronte al quale ogni paragone era di fatto impossibile.

Il riferimento al fatto che (il pilota o lo specialista) imparerà a costruire Vimana di vari modelli può essere interpretato come la creazione di una scuola, di tecnici o specialisti capaci di effettuare la messa a punto del mezzo e provvedere ad alcune semplici manutenzioni. Si può inoltre supporre che l’equipaggio dei Vimana fosse costituito da piloti e tecnici capaci di piccole riparazioni.

4) ANTARAALA: <<nel cielo, nelle regioni atmosferiche battute dal vento, nello scontro ai bordi di correnti potenti, il Vimana inavvertito ha probabilità di essere schiacciato e ridotto in pezzi. Ma essendo avvertito dell’avvicinarsi di tali punti pericolosi, il Vimana può essere arrestato e guidato con prudenza>>.

Si dice che “ai bordi di correnti potenti, il Vimana potrebbe essere schiacciato e ridotto in pezzi”. La struttura dell’aeromobile quindi è vulnerabile e non indistruttibile. Inoltre, dice Davenport: “Qui ci troviamo già su un terreno molto più concreto. Ad alta quota, attorno ai 12.000 metri soffiano effettivamente delle correnti costanti e fortissime, attorno ai 400 kilometri l’ora. Furono scoperte alla fine degli anni trenta ed impararono a conoscerle a loro spese, durante l’ultima guerra mondiale, i piloti delle super fortezze volanti che andavano a bombardare il Giappone.

Talvolta accadeva che, pur con i motori al massimo, il Vimana rimanesse immobile nel cielo perché riusciva ad uguagliare, ma non a superare la corrente contraria. Se il comandante non aveva il buon senso di tornare rapidamente alla base o scendere a quote più basse, il Vimana finiva per precipitare per esaurimento del carburante. Oggi queste stesse correnti sono sfruttate dai Jet di linea per i voli transcontinentali.

Data la particolare forma dei Vimana è possibile che queste correnti avessero su di loro un effetto ancor più disastroso che sugli aerei attuali. Inoltre in queste righe si accenna, per la prima volta, alla capacità dei Vimana di rimanere immobili nel cielo” Alla luce di numerose testimonianze e avvistamenti ufologici, è facile pensare ad una volontaria possibilità di stabilizzare il mezzo volante in cielo. Si deve concludere quindi che il riferimento a tecnologie non compatibili con una cultura terrestre antica fa pensare che, all’epoca della consegna di tali segreti, in India vi fossero colonie aliene.

5) GOODHA: <<come spiegato nel <Vaayatstva-Parakarana>, utilizzando i poteri Yaasaa, Viyaasaa Prayaasaa nell’ottavo strato atmosferico attorno alla terra, si attraggono i contenuti bui dei raggi solari e si possono usare per nascondere il Vimana ai nemici>>.

La frase, come spiegato nel <Vaayatstva-Parakarana>,… nell’ottavo strato atmosferico attorno alla terra, indica chiaramente che esistevano conoscenze approfondite di meteorologia. Secondo Davenport: “….se si considera che la luce è una vibrazione di frequenza variabile e che il nostro occhio è capace di avvertire una ristrettissima banda delle frequenze possibili (dai rossi ai violetti).

Se i piloti dei Vimana riuscivano a far sì che i loro velivoli riflettessero unicamente raggi di frequenza non percepibile, avrebbero potuto, almeno in teoria, diventare invisibili.” Sempre in riferimento alle testimonianze ufologiche è lecito domandarsi se i Vimana non possedessero anche la capacità di rendersi invisibili agli occhi dei radar, pur tuttavia rimanendo visibili ad occhio nudo.

6) DRISHYA: <<dalla collisione nell’atmosfera della forza elettrica e della forza del vento, viene creato uno splendore incandescente, il cui riflesso, catturato dallo specchio frontale del Vimana, può essere manipolato per produrre un Maaya-Vimana, o Vimana camuffato>>.

Il fenomeno a cui ci si riferisce potrebbe essere legato alla ionizzazione dell’atmosfera prodotta dal vento solare, cosa scoperta soltanto dopo gli anni trenta. Questi ioni, attraendo gli elettroni liberi prossimi a loro si deionizzano emettono fotoni, viene quindi creato uno splendore incandescente.

7) ADRISHYA: <<secondo il <Shaktitantra>, per mezzo del Vynarathya vikarana ed altri poteri nel cuore della massa solare, si possono attrarre le forze del flusso etereo nel cielo e mescolarle con il Balaahaa-vikarana shkati nel globo aereo, produrre in questo modo una copertura bianca che renderà il Vimana invisibile>>.

Questo segreto, si riferisce al fenomeno della condensazione dell’aria ottenibile elettricamente sfruttando gli strati ionizzati dell’atmosfera e mescolarli con il Balaahaa-vikarana shkati nel globo aereo, per generare forse un rapido raffreddamento del Vimana che produce, una copertura bianca che renderà il Vimana invisibile, cioè una nebbiolina che consentirà di confondere il Vimana con una nuvola.

8) PAROKSHA: <<secondo il <Meghotpatthi-parakarana>, o Scienza della Nascita delle Nubi, entrando nel secondo strato delle nubi estive e attraendo il potere interno con lo specchio di attrazione di forza del Vimana, e applicando al Parivesha o alone, del Vimana, si genera una forza paralizzante e i Vimana nemici sono messi fuori uso>>.

Scrive Davenport: “Se per “nuvole estive” si intendono i cumulonembi, se ne deduce che gli antichi piloti dei Vimana erano in grado di sfruttare la carica elettrica delle nubi per lanciare scariche contro i velivoli nemici.” Evidente il legame con il precedente segreto. È certo che tali conoscenze fossero ignote ai nostri antenati sia all’epoca della comunicazione sia a quella della dettatura e stesura di tali segreti. La struttura dei cumulonembi è infatti un’acquisizione recente.

Purtroppo non disponiamo dei molti testi cui fanno riferimento i diversi segreti, ma nessuno può affermare che tali conoscenze, anche se scritte su testi antichi, fossero patrimonio della conoscenza terrestre, dal momento che abbiamo dovuto impiegare secoli se non millenni per renderli patrimonio della nostra conoscenza.

9) APAROKSA: <<secondo il <Shakti-tantra>, con la proiezione del raggio di luce Rohine, le cose di fronte al Vimana sono rese visibili>>.

“Quando si sa che Rohine sta per rosso diventa facilissimo capire che si parla di un apparecchio a raggi infrarossi che consente di vedere le cose anche al buio.” interpreta correttamente Davenport. Sorge il dubbio che i Vimana possedessero una tecnologia che noi stiamo ancora sviluppando ben 4000 anni dopo.

10) SANKOCHA (CONTRAZIONE): <<come prescritto nel Yantraango-pasamhaara, quando il Vimana sta andando in velocità, con le ali completamente stese e c’è un pericolo davanti, azionando il settimo interruttore del Vimana, le sue parti possono essere fatte contrarre>>.

Sostiene Davenport: “Come vedremo studiando dettagliatamente un tipo di Vimana, questi veicoli erano probabilmente costruiti per due velocità: una ipersonica, negli strati alti dell’atmosfera ed un’altra, subsonica, negli strati più densi. In questo secondo caso, avevano la possibilità di far fuoriuscire ali e coda per aumentare la portanza del velivolo.

In caso di pericolo, facendo rientrare ali e coda, e aumentando improvvisamente la potenza del motore di sostentamento, il Vimana avrebbe avuto una drammatica accelerazione verso l’alto che l’avrebbe tolto dai guai.” Ancora una volta pensiamo alle testimonianze ufologiche legate alla presunta capacità degli UFO di variare le proprie dimensioni e cambiare il moto.

11) VISTRITA: <<secondo l’<Akaashatantra> quando il Vimana è nella corrente aerea centrale nella prima e nella terza regione del cielo, azionando l’interruttore nell’undicesima sezione del Vimana, questi si espande convenientemente>>.

Dall’interpretazione di Davenport: “Siamo nel caso inverso al precedente: quando il Vimana scende da una zona d’aria rarefatta agli strati più densi, allarga le ali per aumentare la portanza e manovrare più agevolmente.” Il decimo e l’undicesimo segreto estremamente chiari alla luce della nostra recente tecnologia riguardo alla possibilità di ampliare le superfici portanti di un velivolo.

12)VIROOPA KARANA: <<come affermato nel <Dhooma Parakarana>, producendo il 32° tipo di fumo con l’apposito meccanismo, caricandolo con la luce delle ondate di calore nel cielo e proiettandolo attraverso il tubo Padmaka Chakra sullo specchio Vyroopya, cosparso d’olio bhiravee in cima al Vimana, e facendolo girare al 123° tipo di velocità, ne emergerà una forma fiera e terrificante del Vimana che causerà grande spavento in chi guarda>>.

13) ROOPAANTARA: <<come stabilito nel <Tylaprakarana>, preparando gli oli griddhrajihwaa, kunbhinee e kaakajangha e ungendone lo specchio distorcente del Vimana, applicandovi il 19° tipo di fumo e caricandolo col Kuntinee shakti nel Vimana, ne appariranno forme come il leone, la tigre, il rinoceronte e il serpente, la montagna e il fiume che confonderanno e stupiranno gli osservatori>>.

14) SUROOPA: <<attraendo i 13 tipi della forza Karaka menzionati nel <Karaka-Parakarana>, applicando aria sovraccarica di neve e proiettandola attraverso il tubo convettore d’aria verso gli specchi pushpinee-pinjula nel lato anteriore destro del Vimana e focalizzandoli sopra il raggio Suragha, apparirà a chi guarda il Vimana una donzella celeste coperta di fiori e di gioielli>>.

Segreti di tipo elusivo – psicologico. Secondo Davenport, ci si riferisce al modo in cui devono operare i piloti, per realizzare: “ … una specie di cortina fumogena dalle dimensioni controllate, adatta a spaventare (e quindi tenere lontane) le popolazioni indigene, piuttosto che a produrre un qualche effetto sui veicoli nemici.”

Interessanti i riferimenti relativi alla produzione di sostanze chimiche diverse indicate come 19° o 32° tipo di fumo, al caricamento degli specchi ricoperti opportunamente di oli del tipo bhiravee, griddhrajihwaa, kunbhinee e kaakajangha ed alla proiezione delle diverse immagini tramite il tubo Padmaka Chakra o Kuntinee shakti o convettore d’aria che sono focalizzati sugli specchi rotanti.

È particolarmente rilevante notare la descrizione del 14° segreto in cui applicando aria sovraccarica di neve e proiettandola attraverso il tubo convettore d’aria verso gli specchi pushpinee-pinjula nel lato anteriore destro del Vimana e focalizzandoli sopra il raggio Suragha, apparirà a chi guarda il Vimana una donzella celeste coperta di fiori e di gioielli. Il raggio Suragha, è interpretabile alla luce delle tecnologie Laser. Secondo Malanga e Pinotti come si potrebbe trovare un collegamento con il “fenomeno BVM”. Tale laser potrebbe essere usato per realizzare un ologramma, interpretato per secoli dai testimoni come l’apparizione della Beata Vergine Maria.

15) JYOTIRBHAAVA: <<come affermato nel <Amshubodhinee> dal Samgnaa e altri 16 digitis dello splendore solare, attraendo il 12° e 16° digitis e focalizzandoli sulla forza dell’aria nella sezione Mayookha del quarto sentiero del cielo, e similmente, attraendo la forza dello splendore etereo e mescolandola con lo splendore del settimo strato della massa d’aria e poi proiettando queste forze attraverso i tubi del Vimana sulla sezione dello specchio ghuaa-garha, sarà prodotto un ricco splendore come quello del sole del mattino>>.

Per Davenport siamo davanti alla: “capacità del Vimana di illuminare a giorno una vasta zona, riflettendo e concentrando, da grandissima altezza la luce solare in un punto dove, sulla terra, è già caduta la notte.”

16) TAMOMAYA: <<come è descritto nel <Darpana Parakarana> per mezzo dello specchio della forza buia, catturare la forza dell’oscurità, passarla attraverso il meccanismo Thamo nella sezione Nord-Ovest del Vimana, e azionando un interruttore, si produce a mezzogiorno la totale oscurità di una notte di luna nuova>>.

Secondo questo segreto esisterebbe il meccanismo Thamo capace di produrre il buio. L’operazione è immaginabile come un annullamento della propagazione delle onde elettromagnetiche nella gamma del visibile. Come ciò sia possibile e attraverso quale meccanismo realizzabile è però impossibile immaginarlo.

17) PRALAYA: <<come descritto nel libro della distruzione, attraendo i cinque tipi di fumo attraverso il tubo della macchina concentratrice, nella parte frontale del Vimana, e immergendoli nella nube del fumo menzionata in <Shadgarbha-Viveka>, e spingendola per mezzo di energia elettrica, attraverso il tubo aereo dai cinque rami, si distrugge tutto come in un cataclisma>>.

Davenport pensa: “che il Vimana sia in grado di produrre una tromba d’aria”, o, se vogliamo:” una sorta di arma meteorologica capace di produrre un piccolo uragano in una zona limitata.” Siamo forse davanti ad un riferimento a composti chimici in grado di creare reazioni che portino a violenti spostamenti d’aria nell’atmosfera?

18) VIMUKHA: <<come menzionato nel <RgHridaya>, proiettando la forza del Kubera, Vimuka e della polvere velenosa Vyshawaanara, attraverso il tubo dello specchio Roudree e azionando l’interruttore del meccanismo dell’aria, si produce una totale insensibilità e coma>>.

Davenport: “È chiaramente riconoscibile, nonostante il linguaggio al solito, molto complesso, un’arma chimica. In questo caso il veleno viene distribuito sull’area interessata attraverso un irroratore (meccanismo dell’aria) non dissimile da quelli usati per spargere insetticida sui campi.”

19) TAARA: <<mescolando con le forze eteree 10 parti di forza dell’aria, 7 parti di forza dell’acqua e 16 parti di splendore solare, e proiettandole, per mezzo dello specchio a stella attraverso il tubo frontale del vimana, si crea l’apparenza di un cielo stellato>>.

Questo segreto è molto oscuro e la sua interpretazione alquanto azzardata. Per Davenport: “Potrebbe essere un mezzo mimetico del Vimana che, dal basso apparirebbe come un puntino luminoso in mezzo ad altri puntini simili.”

20) MAHAASHABDA VIMOHANA: <<concentrando la forza dell’aria nei sette tubi del Vimana e azionando un interruttore si produce, come stabilito nel <Shabda-parakaashikaa>, un crescendo di tonante rumore che fa tremare la gente di paura, la stordisce e la rende insensibile>>.

Secondo Davenport: “Siamo ritornati su un terreno più solido. Gli effetti disastrosi di una forte e continua onda sonora sul sistema nervoso sono noti. Anche gli effetti del crescendo sono ben descritti: prima lo spavento per il rombo di cui è ignota l’origine, poi lo stordimento e finalmente, quando il suono diventa insopportabile, lo svenimento. Ci troviamo di fronte ad un’arma di indubbia efficacia se usata da un Vimana contro un esercito a terra. Con un mezzo del genere è realmente possibile, ad un solo carro, eliminare parecchie centinaia di avversari, se sono concentrati in una zona relativamente piccola.”

21) LANGHANA: <<come stabilito nel <Vaayu tattva prakarna>, quando si passa da una corrente d’aria in un’altra, il Vimana affronta lo splendore baadaba del sole e prende fuoco. Per prevenire, l’energia elettrica e l’energia dell’aria del Vimana devono essere congiunte e centrate nel centro vitale del Vimana e, azionando un interruttore, il Vimana salterà verso la salvezza>>.

Ecco un passo che a Davenport, risultava incomprensibile. Possiamo però trovarci davanti ad un riferimento al rientro nell’atmosfera di un mezzo che si trova a passare da una corrente d’aria in un’altra (cioè dallo spazio esterno all’atmosfera terrestre). In questo caso, come noto, si crea una forza d’attrito in grado di distruggere il mezzo volante. Insomma: il Vimana affronta lo splendore baadaba del sole e prende fuoco. Il segreto suggerisce di convogliare le forze in grado di distruggere il Vimana nei punti dove questo è più protetto, cioè centro vitale.

22) SAARPA-GAMANA: <<attraendo il dandavaktra e le altre sette forze dell’aria, e aggiungendovi raggi solari, passando attraverso il centro zig-zagheggiante del Vimana e azionando un interruttore, il Vimana assumerà un andamento a zig-zag come un serpente>>.

Davenport: “Operare bruschi e frequenti cambiamenti di rotta è una manovra comune ai moderni caccia da combattimento per sfuggire ai missili nemici, o per ingannare i radar.” Nella casistica ufologica sono presenti numerosi riferimenti ad oggetti in grado di volare con una andatura simile a quella descritta in questo segreto.

23) CHAPALA: <<quando si avvista un vimana nemico, azionando un interruttore nel centro di forza della sezione mediana del Vimana a 4087 giri all’ora atmosferica, sarà generata un’onda di velocità, che squasserà il vimana nemico>>.

Per Davenport: “si desume che i Vimana erano in grado di creare fortissime turbolenze e di dirigerle verso un bersaglio preciso. Nulla di simile è ancora stato messo a punto, almeno a nostra conoscenza.” Particolarmente delizioso è il riferimento all’ora atmosferica, che è una classica misura del tempo locale e non universale.

24) SARVATOMUKHA: <<quando una formazione di vimana nemici arriva all’attacco, azionando l’interruttore nella corona del Vimana, lo si fa girare con agilità e fronteggiare gli attacchi da ogni lato>>.

Davenport: <”Niente di sorprendente su questa manovra che, tuttavia, comporta degli accorgimenti particolari (dei quali non è fatta menzione) per salvaguardare l’equipaggio, che si troverebbe dentro una specie di trottola volante.” Il dubbio di Davenport può essere immediatamente fugato se si suppone che i piloti dei Vimana siano seduti su postazioni collegate cardanicamente al Vimana ed abbiano di fronte a loro un set di video che controllino l’esterno. Ancora una volta si evince che la tecnologia dei Vimana controllava tutte e tre le forze fisiche conosciute, elettriche, magnetiche e gravitazionali.

25) PARASHABDA GRAAHAKA: <<come spiegato nel <Sowdaaminee Kaala>, o Scienza dell’Elettronica, per mezzo del meccanismo catturatore di suoni nel Vimana, si possono sentire le parole e i suoni negli aerei nemici che volano nel cielo>>.

Davenport: “Due le possibilità: o questo apparecchio è semplicemente una radio che consente, se regolata sulla giusta frequenza, di ascoltare le conversazioni, sempre via radio, dei nemici, oppure il passo va inteso alla lettera, nel qual caso ci troveremmo di fronte ad un apparecchio sofisticatissimo, capace di rilevare dall’esterno vibrazioni sonore prodotte all’interno degli altri velivoli. Qualcosa di simile è stato ottenuto puntando un fascio di raggi laser su una placca sensibile posta sulle pareti esterne dell’ambiente che si vuole spiare. Sembra che i piloti dei Vimana potessero fare a meno della placca.”

26) ROOPAAKARSHANA: <<per mezzo del meccanismo fotografico del Vimana, si ottiene un’immagine televisiva dell’interno di vimana nemici>>.

Davenport conclude: “Ai nostri occhi questa è pura fantascienza”, poiché quando egli scrive (nel 1979), le tecnologie che hanno permesso i GSM o i sistemi UMTS, erano realmente fantascienza!

27) KRIYAAGRAHANA: <<girando la chiave sul fondo del Vimana, si fa apparire uno schermo bianco. Elettrificando i tre acidi nella parte Nord-Est del Vimana, e sottoponendoli a 7 tipi di raggi solari e passando la forza risultante dentro il tubo dello specchio Thrisheersha e facendo in modo che lo schermo sia di fronte allo specchio, e girando la chiave superiore, tutte le attività che sono in corso sul terreno verranno proiettate sullo schermo>>.

“Anche se descritto in modo strano, ci troviamo di fronte ad un monitor collegato ad una telecamera, probabilmente dotata di zoom.” Si fa chiaramente riferimento ad uno schermo video che, quando è spento, risulta scuro all’osservatore ed appena acceso diventa bianco.

Attualmente gli schermi al plasma usano pixel che vanno stimolati elettricamente contenenti tre gas differenti, necessari per creare i tre colori fondamentali Verde, Rosso, Blu. Nel segreto si dice inoltre che i tre acidi devono essere, sottoposti a 7 tipi di raggi solari. Anche questa informazione è corretta. Per riprodurre tutte le sfumature dei colori naturali, nei moderni cinescopi occorre procedere alla modulazione dei tre colori principali con i sette colori dell’arcobaleno.

28) DIKPRADARSHANA: <<girando la chiave sul fronte del Vimana, il meccanismo dishaampati mostrerà la direzione dalla quale il vimana nemico si sta avvicinando>>.

Davenport brevemente conclude: “Noi lo chiamiamo radar.” Difficile smentire una simile affermazione.

29) AAKAASHAAKAARA: <<stando al <Aakaasha-Tantra>, mescolando una soluzione di mica nera con neem e decotto bhoonaaga, e ungendone le parti esteriori di un Vimana fatto di placche di mica ed esponendolo ai raggi del sole, il vimana apparirà come il cielo e diverrà indistinguibile>>.

“Si tratta di un altro accorgimento mimetico,” sostiene Davenport. Ma la descrizione è illuminante non solo perché ci spiega che il Vimana è costruito con placche di mica o con mattonelle ceramiche o leghe ceramiche, ma anche perché tali mattonelle, opportunamente verniciate nella parte esterna, ungendone le parti esteriori, possono cambiare il colore del Vimana. L’uso di tale tecnologia è diventato normale per la NASA nella costruzione di capsule.

30) JALADA ROOPA: <<mescolando succo di melograno, bilva o olio di bael, sale di rame, nero fumo, granthica o liquido gugul, polvere di mostarda e decotto di scaglia di pesce, e aggiungendo conchiglie di mare e polvere di rocce di sale e raccogliendo il fumo della soluzione, inondandolo del calore solare che avviluppa la copertura, il Vimana apparirà come una nuvola>>.

L’interpretazione di Davenport : “Sembra una ricetta di cucina particolarmente disgustosa”. Un chimico esperto, in realtà, potrebbe chiarire gli ingredienti e le procedure, in quanto la descrizione segue le stesse modalità di precisione nella descrizione già usate nel 27° segreto ( spiegare cioè l’essenzialità delle cose, non il funzionamento).

Occorre innanzitutto sottolineare che, fino a Mendeleev, gli alchimisti erano soliti non parlare di sali, basi o carbonati di calcio, bensì, per le loro formule, usavano la descrizione degli elementi o componenti che contenevano le sostanze necessarie alla realizzazione della formula chimica desiderata.

Non era inusuale quindi leggere formule contenenti frasi come succo di melograno per indicare l’uso di zuccheri e vitamine, nero fumo, per riferirsi al carbonio o conchiglie di mare e polvere di rocce per indicare silicati e carbonati.

Lo strano intruglio, sottoposto al processo di distillazione, produceva il fumo della soluzione, o più precisamente il gas, come abbiamo più volte indicato. Questo era trasformato in nuvola, inondandolo del calore solare che avviluppa la copertura. Anche in questo caso ciò che a prima vista può sembrare un racconto incomprensibile può diventare, per un esperto chimico moderno, molto chiaro.

31) STABDHAKA: <<proiettando il fumo avvelenato Apsmaara nel tubo situato nella parte Nord del Vimana, e scaricandolo col meccanismo Stambhana, la gente negli aeroplani nemici sarà resa incosciente>>.

“Di nuovo un’arma chimica” nella traduzione di Davenport. “probabilmente si tratta di un gas ad alta penetrazione giacché deve raggiungere i nemici chiusi all’interno del loro velivolo.” L’ipotesi che tale gas fosse capace di un’alta penetrazione, almeno con le conoscenze tecniche attuali, è ancora difficilmente comprensibile.

32) KARSHANA: <<quando vimana nemici arrivano in forza per distruggere il tuo Vimana, mettendo in fiamme il Jwaakine shakit nel Wyshwaanara-naal, o tubo situato sull’ombelico del vimana, e girando le chiavi delle due ruote ad 87 gradi, il rovente Shakti avvilupperà il vimana nemico e lo brucerà>>.

Wikipedia da Vaimanika Shastra

Conclusioni su 2000 a.C. Distruzione atomica

Davenport afferma: “Il testo è troppo poco preciso per poterne trarre indicazioni utili. Potrebbe trattarsi di un raggio laser o di un missile incendiario o di qualunque altra cosa”. Si può notare, che questo, è l’unico segreto in cui apertamente si parla di distruzione del nemico.

Questi sono i 32 segreti che devono essere conosciuti dai piloti, secondo Siddhanaatha. La conclusione del manuale è tipicamente orientale. Sembra di leggere un testo sacro, se non fosse che le nostre conoscenze sono tali da farci interpretare diversamente il messaggio. Le conclusioni provvisorie a cui si può giungere per il momento, alla fine di tutto questo, sono riassunte di seguito.

Un testo tratto da un manuale di aeronautica

Consideriamo che secondo Davemport (l’autore di 2000 a.c. Distruzione atomica è scontato che nell’antichità, vi fu una devastante guerra tra popoli avanzati tecnologicamente; e che nei cieli e le terre del nostro pianeta si combatterono fantascientifiche battaglie; che queste civiltà in gran parte, o in totale furono distrutte o ridotte ad i minimi termini (anche tecnologicamente). Per potere pilotare questi velivoli e mezzi subacquei, ci volevano delle doti speciali. Alcune di queste capacità erano innate, altre (la maggior parte) si imparavano con una sorta di addestramento.

Proviamo ad immaginare adesso che gli insegnamenti in questione non siano di tipo spirituale/tantrico e proviamo a traslare il tutto in termini aeronautici moderni; ci accorgiamo immediatamente, che ci sono molte analogie tra i due tipi di addestramento.

A questo punto sappiamo, che i piloti erano selezionati e facevano un addestramento militare. Sappiamo anche, che i carri celesti avanzatissimi, erano manovrabili, spesso come un caccia moderno o forse meglio; quindi essi possedevano tecnologie quantomeno analoghe a quelle odierne e che in campo degli armamenti erano persino più avanzati di noi del ventiduesimo secolo. In oltre alcuni di questi Vimana potevano andare nello spazio, nell’acqua e sott’acqua, senza avere il minimo problema.

Miti o realtà dimenticata?

Molti scienziati ed archeologi moderni sostengono si tratti di semplici miti e semplici coincidenze; sicuramente è molto più semplice negare che rivedere i propri errori e gli studi fatti. Ammettere di aver preso un granchio non è semplice da digerire per nessuno; ma grazie a Davenport ed altri studiosi, siamo riusciti a capire, che con molta probabilità il Vaimanika Shastra, non è il testo originale. In effetti stiamo parlando di una copia grossolana di un testo ancora più antico. Abbiamo anche capito che i piloti dei carri celesti erano terrestri e combatterono contro un popolo di origine ignota.

Recentemente una notizia riguardante alcuni graffiti ritrovati in India, di età paleostorica ha posto nuova luce su questi antichi velivoli. Essi confermerebbero in tempi antichi l’esistenza contemporanea di popoli avanzati tecnologicamente e poco avanzati o addirittura primitivi; i secondi avrebbero raffigurano in questi graffiti, un umanoide o un umano in tuta spaziale, un disco volante, un wormhole ed altro ancora.

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Il mondo è pieno di graffiti e pitture rupestri raffiguranti questi soggetti, così come opere d’arte.

Questi manufatti umani sono essenzialmente di tutte le culture e di tutte le epoche raffigurano tecnologie e piloti. I miti di alcuni popoli confermano alcuni eventi. Questi eventi vengono narrati da prove archeologiche concrete (spesso scolpite o pitturate) ma non approfonditamente studiate e spesso deliberatamente fatte sparire.

Girando il mondo incappiamo facilmente in presunte civiltà scomparse o distrutte da altre, di cui non si sa assolutamente niente o quasi; viene quindi da domandarsi quanto poco sappiamo del nostro stesso passato e della nostra stessa civilizzazione.

Una piccola precisazione

Una mia piccola precisazione sul libro di Davenport. Questo libro del 1979 è praticamente scomparso dalla circolazione. Esso è divenuto un testo prezioso, ed è persino stato bloccato nella vendita, nella produzione (rimosso persino nell’elenco della casa editrice), ecc..

Per essere rimosso dal commercio fino ad oggi qualcosa non torna; è virtualmente impossibile trovarlo nei magazzini delle librerie, solo chi lo ha comprato all’epoca può avere il piacere di leggerlo.

Questo testo, battezzato come una visione fantascientifica impossibile del passato, dagli archeologi accademici, è custodito gelosamente nella biblioteca del Congresso americano. In quella biblioteca, solo i testi importanti e ritenuti di alto profilo, vengono conservati come reliquie di valore. Lascio pertanto a voi, il porvi le giuste domande e darvi le risposte su questo argomento. E fare lo stesso, anche sulle prove presunte trovate da ed altri autori, sul nostro passato.

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