Il Disco della Morte: Un Viaggio nel Mondo Spirituale degli Aztechi

Introduzione
Nel 1963, alla base della maestosa Piramide del Sole a Teotihuacan, è stato rinvenuto un antico oggetto che ha catturato l’immaginazione di storici e archeologi: il “Disco della Morte”. Risalente a oltre 1.500 anni fa, questo straordinario manufatto, noto anche come Disco di Mictlāntēcutli, offre un affascinante sguardo sulle credenze e le pratiche religiose degli Aztechi, in particolare riguardo alla morte e all’aldilà.
Il Significato del Disco di Mictlāntēcutli
Il Disco della Morte rappresenta Mictlāntēcutli, il dio azteco della morte, che secondo la mitologia presiedeva gli inferi. Questo dio è spesso raffigurato con un aspetto inquietante, simbolizzando il mistero e la paura che circondano la morte. Per gli Aztechi, la morte non era vista come una fine, ma come una trasformazione, un passaggio a una nuova forma di esistenza. Questo concetto è ben rappresentato nel Disco, che incarna le complesse credenze spirituali di una civiltà che considerava la vita e la morte come due facce della stessa medaglia.

L’Arte e la Simbologia del Disco
La scultura del Disco della Morte è un esempio straordinario dell’arte preispanica. Realizzato in pietra, il disco presenta dettagli intricati e simboli che riflettono le credenze religiose degli Aztechi. Ogni elemento del design ha un significato specifico, contribuendo a raccontare la storia di Mictlāntēcutli e del suo regno. La rappresentazione del dio, con i suoi attributi caratteristici, ci offre uno spaccato della visione azteca dell’aldilà e dell’importanza della morte nel ciclo della vita.
Il Regno di Mictlāntēcutli
Mictlāntēcutli regna su Mictlān, il regno dei morti. Questo luogo è descritto come un’oscurità profonda e un ambiente desolato, ma non è solo un luogo di punizione; è anche il luogo dove le anime dei morti intraprendono un viaggio per raggiungere la pace. Secondo la mitologia azteca, le anime dovevano affrontare varie prove e ostacoli per attraversare il regno dei morti e raggiungere il luogo di riposo eterno.
La Via dei Morti
Il viaggio nell’aldilà iniziava con la morte fisica, e si credeva che le anime dovessero attraversare un fiume, chiamato Río de los Muertos, per raggiungere Mictlān. Durante questo viaggio, le anime affrontavano numerosi pericoli e dovevano essere guidate dai loro familiari o da altri spiriti. Ogni anima doveva anche affrontare il giudizio di Mictlāntēcutli, che determinava il loro destino finale. Sembra di rivedere i miti della cultura greca e andando anche più indietro di molte altre antiche culture, l’ipotesi di una radice comune ancestrale perduta è per me molto valida.
IL ruolo di passaggio delle anime con moltiturine di pericoli ricorda l’attraversamento del fiiume Stige grazie al traghettatore Caronte, che se pagato impedira di cadere vittima proprio die pericoli degli inferi e dei giudizi. Mentre il dio Azteco è una fotocopia di Ade.
Il Ruolo di Mictlāntēcutli
Mictlāntēcutli non era visto solo come un dio temuto, ma anche come un custode delle tradizioni e delle anime. Era associato a riti e cerimonie che onoravano i morti, come il Día de los Muertos, una celebrazione in cui i vivi ricordano e onorano i loro antenati. Anche qui sembra di leggere del Dio greco Ade.
In molte rappresentazioni, Mictlāntēcutli è affiancato da Mictecacihuatl, la sua consorte, che condivide con lui il compito di governare Mictlān. Anche Ade regnava negli inferi con una consorte, Persefone, la Regina degli Inferi. Insieme le due divinità mesoamericane, rappresentano l’equilibrio tra la vita e la morte, un tema centrale nella spiritualità azteca.
La Simbologia
Mictlāntēcutli è spesso rappresentato con oggetti simbolici come il teschio, il guanto di conchiglia e altri elementi che richiamano la morte. La sua figura ricorda agli aztechi l’importanza di rispettare i morti e di riconoscere il ciclo naturale della vita.

La Morte nella Cultura Azteca
Per gli Aztechi, la morte era un tema centrale nelle loro pratiche religiose e culturali. Le cerimonie funebri e i sacrifici erano considerati atti necessari per onorare gli dei e garantire un buon destino nell’aldilà. Il Disco della Morte, quindi, non è solo un’opera d’arte, ma un pezzo fondamentale della loro spiritualità. La sua scoperta a Teotihuacan, un centro nevralgico della cultura mesoamericana, sottolinea l’importanza di questa città come crocevia di idee e credenze.
L’Eredità del Disco della Morte
Oggi, il Disco della Morte continua a suscitare fascino e curiosità. Esso rappresenta non solo un’importante scoperta archeologica, ma anche un ponte verso la comprensione delle antiche civiltà mesoamericane. Gli studiosi e i visitatori sono attratti dalla possibilità di esplorare le profonde credenze spirituali di un popolo che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia. La sua esposizione in musei e siti archeologici contribuisce a mantenere vivo il ricordo di una cultura che ha saputo affrontare il mistero della morte con rispetto e venerazione.
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Conclusione
Il Disco della Morte è molto più di un semplice reperto archeologico; è un simbolo della complessità della vita e della morte nella cultura azteca. Attraverso la sua scoperta, possiamo avvicinarci a una civiltà che ha saputo dare un significato profondo all’esistenza umana e all’aldilà. Esplorare il Disco di Mictlāntēcutli significa immergersi in un mondo affascinante, dove la spiritualità e l’arte si intrecciano, rivelando le ricchezze della Mesoamerica preispanica.
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